Messaggio dell’Arcivescovo alla Chiesa palermitana per la Quaresima 2017

       Amatissimi,
       quest’anno Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima ci esorta a vivere come “un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte”. Questo tempo è un forte invito alla conversione: “il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» (Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore. Gesù è l ‘amico fedele che non ci abbandona mai, perché, anche quando pecchiamo, attende con pazienza il nostro ritorno a Lui e, con questa attesa, manifesta la sua volontà di perdono (cfr Omelia nella S. Messa, 8 gennaio 2016)”.
       Il tempo della conversione, di cui la Quaresima è segno, è un tempo di vicinanza a Dio, di vera amicizia con Lui, che ci permette di uscire fuori da ogni mediocrità. Sì, è proprio così. Quando ci si lascia incontrare da Dio nella sua Parola noi cogliamo appieno tutta l’altezza della nostra dignità umana e ci rendiamo conto di quanto arido sia il nostro cuore e insipiente la nostra mente: e così insensibilità e stoltezza prendono il sopravvento non solo nella nostra vita privata ma anche nella vita sociale. “Alla tua luce, Signore, noi vediamo la luce”. Ed è questo che avviene nel dinamismo spirituale del nostro cuore e nel nostro vissuto quotidiano. Attraversato dalla luce della Parola di Dio, il nostro cuore viene rischiarato in tutte le sue zone, soprattutto in quelle a noi molte volte sconosciute e abitate dalle tenebre del peccato. Il peccato non si consuma solo nel segreto del cuore ma ha sempre delle conseguenze disumane in tutti gli ambiti della nostra vita e delle nostre relazioni sociali ed ecclesiali. La luce della sua Parola, all’interno della dinamica del dono della sua amicizia, diventa allora generatrice di nuova vita, di nuove relazioni. Veniamo liberati dal ripiegamento egoistico per essere impiegati creativamente nel cantiere della comunione fraterna, del bene, della giustizia, della solidarietà  e della pace. Il Signore, che continuamente ci perdona, nella sua infinita misericordia ci attrae a sé con la promessa di una vita rinnovata dal suo stesso amore. E noi ci fidiamo di Lui e ci affidiamo volentieri alle sue promesse. Egli è il bel pastore (cfr. Gv. 10) e con Lui non temiamo nulla. Ci raduna con la sua Parola, ci nutre con il suo stesso corpo – la santa Eucaristia – ci invia come servitori del Regno lungo i sentieri di questo nostro tempo.
       La Quaresima – come ancora ci dice il Papa – “è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l’elemosina.
       Alla base di tutto c’è la Parola di Dio, che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità”. L’assiduità con la sua Parola è ancora importante perché oltre ad assicurarci il dialogo e l’amicizia con il Signore (cfr. Gv. 15,1-15), ci permette di maturare in noi gli atteggiamenti più adatti per vivere la nostra vita in relazione con Dio e con le nostre sorelle e i nostri fratelli. E qui il Santo Padre ci parla dell’importanza di cogliere l’altro e la Parola come esperienza di vero dono. L’incontro con l’altro, in specie se bisognoso e povero, ci trae fuori da noi stessi. Rifiutarsi di incontrare il povero che chiede significa chiudersi nel guscio chiuso del proprio io.
       Per questo la Bibbia ci avverte del pericolo delle ricchezze. Molte volte, infatti, quanti confidano nei propri averi, nelle loro forze e nel loro potere, si chiudono in se stessi e maturano nocivi atteggiamenti di vanagloria, di superbia e di oppressione. Pensano di essere un dio. E così – sono ancora parole di Papa Francesco – “emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello”.
       Non per nulla la Quaresima ci invita anche al digiuno come segno di rinnegamento dell’io voraginoso e all’elemosina che ci fa ripartire dal bisogno del volto sfigurato dell’altro, liberando la nostra vita dal grande male che è l’individualismo e l’indifferenza.
       In questa Quaresima riprenderemo nel territorio delle nostre parrocchie, nei gruppi e nelle associazioni laicali, ad ascoltare e a condividere la santa parola di Dio, come abbiamo già fatto nel tempo di Avvento. Vi prego, come vostro fratello e pastore, di aprire i nostri cuori nella semplicità e nella piccolezza, sentendoci realmente poveri davanti a Dio e davanti agli uomini. Nessun bisognoso vada via senza una nostra parola e senza un nostro concreto sostegno, perché ogni povero ci rivela la nostra costitutiva povertà.
       Affidiamo l’itinerario quaresimale a Maria Santissima nostra Madre nella fede e Sorella nel discepolato. Sia lei a custodire il cammino che inizieremo nelle nostre Comunità parrocchiali il mercoledì delle ceneri e che culminerà il Giovedì Santo in Cattedrale. Le ceneri penitenziali preparino il popolo sacerdotale e profetico che l’Olio profumato, il Crisma, consacrerà e invierà a spandere in mezzo agli uomini e alle donne di questo nostro complesso ma promettente tempo il buon profumo di Cristo, l’Uomo Nuovo.
 
A tutti giunga il mio abbraccio benedicente. 

 
 
                                                           + Corrado            
                                                           Arcivescovo di Palermo