Messa Crismale

Chiesa Cattedrale
28-03-2013
Is 61,1-3.6.8-9; Sal 88; Ap 1,5-8; Lc 4,16-21
    1. Lo scorso 28 febbraio, ai Cardinali riuniti per il saluto di congedo, il Santo padre Benedetto XVI facendosi aiutare da una espressione di Romano Guardini, diceva: ‘La Chiesa ‘non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino’, ma una realtà vivente’ Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi’ Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo’‘.
    Con provvidente continuità Il Santo Padre Francesco, la cui elezione abbiamo accolto con gioia ed entusiasmo, nella S. Messa con i Cardinali, alla Cappella Sistina, ha ribadito che la Chiesa è continuamente edificata da ‘pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo‘ (Omelia nella S. Messa con i Cardinali alla Cappella Sistina, 14 marzo 2013).
    Una Chiesa ‘viva’. Una Chiesa fatta di pietre ‘unte’. Una Chiesa che vive il tempo, e che cammina, si edifica e si riedifica ogni giorno, professa con le labbra e con la vita la sua fede in Cristo Gesù che ‘ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre‘ (Ap 1,5-6).
    La Messa del Crisma ci fa ancora una volta contemplare il mistero di questa Chiesa ‘viva’, ‘unta’. Lo siamo, appunto, perché ‘ riprendo sempre il Papa ‘ siamo ‘pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo‘: è un mistero che vive nelle nostre vite. E siamo pietre unte perché nel Battesimo abbiamo ricevuto una vita nuova, la vita nello Spirito, grazie al dono dell’Unto per eccellenza, il Messia su cui riposa lo Spirito Santo: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato [‘] a proclamare l’anno di grazia del Signore‘ (cf. Lc 4, 18-19).
    Siamo partecipi di questa unzione, di questa effusione dello Spirito che ha fatto nuova la nostra umanità e ci ha fatto rinascere ‘dall’alto’ come nuove creature.

    2.Pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo‘. Lo Spirito Santo non soltanto ci ha fatto rinascere nell’acqua battesimale, ma continuamente ci fa crescere, ci rafforza, ci sprona a camminare in questa vita nuova. Lo Spirito viene incontro alla nostra debolezza, sostiene questo rinnovamento interiore, rende possibile la nostra conversione e ci spinge ad un autentico esodo da noi stessi verso gli altri.
    Siamo e vogliamo essere una Chiesa che vive il continuo rinnovamento. Una Chiesa che non si ferma al peccato dei singoli, né alle brutture, alle ferite, alle divisioni, agli scandali. Una Chiesa che, per l’azione dello Spirito, si rialza e continua a vivere, perché vive non di vita propria ma della vita di Dio, elargita in dono come misericordia.
    Nella sinagoga di Nazareth Gesù, rileggendo il profeta Isaia, proclama l’anno della grazia, una opportunità di salvezza e di riconciliazione, un’offerta di comunione con Dio in un ‘oggi’ che compie le attese del cuore dell’uomo: ‘Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato‘ (Lc 4,21).
    Siamo Chiesa se viviamo questo ‘anno di misericordia’. Con mamaggiore apertura di cuore! Con maggiore disponibilità! Con maggiore volontà di rinnovamento, proprio mentre siamo convocati a celebrare l’Anno della Fede.
    Quanto ci ha riempito il cuore l’insistenza del Papa su questo tema della misericordia di Dio! Quanto ci ha fatto bene ricordare quello che troppo spesso si dimentica! Dice Papa Francesco. ‘Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia’ Torniamo al Signore. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare‘ (Omelia nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, 17 marzo 2013).

    3. Gli Oli santi, che tra poco consacreremo, sono segni di questa unzione luminosa, pasquale, misericordiosa di tutta la Chiesa.
    Il santo crisma, olio profumato, è segno del sacerdozio regale che tutti ci accomuna; servirà per ungere i nuovi battezzati e coloro che ricevono il sacramento della cresima, come pure le mani dei sacerdoti e il capo dei vescovi.
    Con l’olio dei catecumeni, verranno segnati quanti si preparano a ricevere il Battesimo, perché fortificati dall’azione di Dio e illuminati dalla sua sapienza, accolgano in pienezza il Vangelo.
    Infine l’olio degli infermi aiuterà gli ammalati ad essere sostenuti dalla grazia di Dio e ad offrire per amore la loro sofferenza al fine di completare ciò che manca ai patimenti salvifici di Cristo Crocifisso.
    Questi Olii ‘ per così dire ‘ verranno questo pomeriggio riportati nelle varie comunità, come segni della misericordia di Dio, che brilla e fa luce nella vita di ogni uomo.

    4. Ministri della misericordia di Dio sono i sacerdoti. Ogni Giovedì Santo, il popolo santo di Dio vive la gioia di vederli riuniti insieme con il Vescovo e così numerosi. Si tratta di una gioia che ci scambiamo anche tra di noi.
    Carissimi sacerdoti! Il sacerdozio che ci è stato donato ci fa vivere il mistero di essere strumenti della misericordia di Dio, al servizio di tutti. Noi che abbiamo per primi sperimentato la sua azione di grazia, siamo chiamati a testimoniarla e a far rivivere l’annuncio di perdono di quel sabato nella sinagoga di Nazareth: ‘proclamare l’anno di grazia del Signore‘ nell’oggi di ogni uomo che incontriamo.
    Padre Pino Puglisi diceva. ‘È qui la maggiore meraviglia, è qui il maggiore motivo di vita, il più grande motivo: Lui ci ha amati, ci ha amati da sempre, ci ama’Lui, conoscendo la nostra debolezza, è venuto incontro alla nostra debolezza. Lui ci ha perdonati, ci è venuto incontro e si è fatto sempre trovare da coloro che con cuore sincero lo cercano‘ (Incontro di preghiera, 12 febbraio 1987).
    La nostra vita, carissimi sacerdoti, proprio perché siamo stati consacrati per essere i dispensatori della grazia, è tutta al servizio di questo annuncio di misericordia. Così come lo è stata per don Pino, nella assoluta semplicità della sua testimonianza sacerdotale, che sempre invitava gli uomini a ricominciare e ricominciare.
    Una sua penitente, ritenendo di confessare sempre gli stessi peccati, esclamava: ‘Padre Pino, come devo fare? Mi accuso sempre degli stessi peccati! Devo ricominciare di nuovo tutto da capo!‘. E Padre Pino, con serenità rispondeva: ‘Non devi ricominciare tutto’ Devi ricominciare’da qui!’. Come dire che dal perdono di Dio si riparte consapevoli della strada fatta, anche se piena di errori, ma con la speranza nella novità di ciò che il Signore fa già intravedere all’orizzonte.
    Cari sacerdoti! Non possiamo essere pessimisti dinanzi a tanti che attendono da noi parole e gesti che devono dire speranza! Parafrasando quanto detto dal Santo Padre domenica scorsa ai giovani, direi che siamo chiamati, oggi più che mai, a tutti i livelli, a restituire agli uomini la speranza che tanti si sono lasciati rubare’
    Autentico testimone della speranza fu Padre Pino Puglisi. In una sua relazione affermava: ‘A chi è disorientato, il testimone della speranza indica non cos’è la speranza, ma chi è la speranza. La speranza è Cristo e lo indica logicamente attraverso una propria vita orientata verso Cristo‘ (Relazione ‘Testimoni della speranza’ tenuta al Convegno nazionale del Movimento Presenza del Vangelo, Trento 22 e 28 Agosto 1991, e pubblicata sul n. 5/1991 del mensile Presenza del Vangelo). Ci auguriamo di testimoniare Cristo misericordia, autentica speranza dell’uomo.

    5. A voi, carissimi fratelli e sorelle, chiedo di pregare per i vostri sacerdoti. Il Vescovo, quando li invia nei diversi ministeri e distribuisce queste forze secondo le esigenze e le possibilità, ve li affida. Accompagnandoli, specie nelle prese di possesso, a loro dico: prenditi cura del tuo gregge. ma ai fedeli laici dico: prendetevi cura dei vostri sacerdoti. Vi chiedo anche di sostenerli col vostro esempio di vita cristiana, di custodirli discretamente, di correggerli dolcemente, di star loro accanto con affetto e sincerità. Dovete fare sentire che siamo una famiglia, un popolo santo, non per scelte personali, ma perché Cristo ci ha reso una cosa sola, a partire dalla sua Parola che ci guida e dallo Spirito che ci ha donato.
    Sono convinto che nella misura in cui voi vivete concretamente la vostra condizione laicale, nella misura in cui le nostre comunità ecclesiali, formate sostanzialmente da laici, si sforzano di battere al ritmo della grazia e si edificano nella comunione, tutti noi ministri ‘ anche io Vescovo ‘ siamo aiutati a vivere la fedeltà al ministero che ci è proprio.
    Affido per questo la nostra Comunità diocesana alla protezione della Vergine Maria. Per mezzo della sua generosa disponibilità l’umanità è stata rinnovata dalla misericordia di Dio fattasi uomo in Cristo Gesù. Lei, Madre dei sacerdoti e Madre della Chiesa, possa custodirne i passi specie in mezzo alle situazioni più delicate o più dolorose, e possa ogni giorno indicare nel Figlio Risorto il cuore del nostro ministero. E così sia.