Anno Pastorale 2017/2018

Chiesa generata dalla Parola - discepoli in ascolto lungo le nostre strade

PRESENTAZIONE
Care Sorelle, Cari Fratelli,
il Dio che per puro amore ci ha salvati e raccolti in Cristo nel suo corpo, che è il nostro, il corpo vivo della Chiesa, vuole raggiungere e accogliere tutti. Noi, che viviamo di questo amore, siamo chiamati ad annunciarlo così, come il Dio che attende paziente e fiducioso, che cerca appassionatamente, che accoglie con generosità e delicatezza. È questa l’essenza della “pastorale”, come anche di ciò che chiamiamo “missione”: un movimento di apertura alla sorgente dell’acqua viva, che ci ricrea e ci rinfresca, e che senza soluzione di continuità lascia scorrere questa corrente, che non ci appartiene, incontro alle aridità della vita, alle asperità della storia, in una testimonianza umile e quotidiana della speranza che i discepoli di Gesù si portano dentro.
Essere missionari non significa primariamente porre in atto delle iniziative pastorali, o moltiplicarle. Si tratta di condividere una relazione che genera l’«esuberanza di un essere» (G. Dossetti) e che implica una con- tinua trasformazione e rigenerazione pasquale della vita. Quella trasfigurazione iniziata dalla rinascita battesimale che ci costituisce dimora dello Spirito, del Soffio vivificante presente nelle acque originarie e che presiede alla nuova creazione.
Sentiamo l’urgenza e la gioia di ripartire da una solida spiritualità battesimale per condividere la fede nel Dio di Gesù Cristo, nel Dio che Gesù ci ha narrato. Ciò presuppone un primato reale della Parola di Dio nella vita dei discepoli, germe di vita nuova e di una vita incorruttibile (cfr 1Pt 1, 23); un morire noi per primi ad una identità vecchia. I cristiani siamo chiamati ad essere segno che rimanda alla Parola di Dio; traccia al servizio di un incontro, di un “dialogo”, che rende possibile il toccare, il contemplare il Verbo della Vita, il Crocifisso Risorto, il Testimone fedele dell’amore misericordioso del Padre, Colui che ha il potere di farci diventare figli di Dio e fratelli. Colui che ci rende capaci di riconoscere nel volto dell’altro non un estraneo ma la nostra stessa carne, un parente, un presente, un volto, una storia assunta da Dio e divenuta, come la mia, storia di salvezza, chiamata ad una pienezza di felicità nella Pasqua di Cristo, “fondamento delle cose che si sperano, e prova delle cose che non si vedono” (Eb 11, 10).
Siamo chiamati a dare spessore battesimale alle nostre comunità; ad avere consapevolezza della nostra rinascita battesimale, della prima pasqua dei cristiani che è il Battesimo. Comunità consapevoli che la pasqua battesimale è continuamente rigenerata dalla pasqua settimanale, la Domenica, dal Giorno del Signore e della fraternità cristiana, dall’Eucaristia, dal memoriale del sacrificio e della cena di Cristo, annuncio e anticipo della nuova umanità, dei cieli nuovi e della terra nuova.
Da qui scaturisce e cresce la coscienza della missione della Chiesa! La Pasqua ci costituisce ‘in uscita’, cor- roborati dallo Spirito del Risorto, inviati nella Galilea delle genti, lì dove vivono i destinatari dell’annuncio pasquale, le donne e gli uomini di questo nostro tempo e di questo nostro territorio. «Ora che la Chiesa desidera vivere un profondo rinnovamento missionario, c’è una forma di predicazione che compete a tutti noi come impegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini quanto agli sconosciuti» (Francesco, Evangelii Gaudium, 127).
Mi sta a cuore reinventare insieme a voi una vera e propria pastorale battesimale, che coinvolga la comunità cristiana e la famiglia. Si tratta di pensare ad una alleanza proficua e feconda a favore anzitutto dei bambini, che già nella prima fase della loro esistenza sono molto sensibili ai dati più importanti dell’esperienza religiosa, e dei giovani perché la fede in Gesù li renda protagonisti nell’inventare l’opera d’arte della loro vita, perché lascino un segno indelebile sulla nostra terra e un’impronta luminosa nella nostra storia
Sorelle e Fratelli amatissimi, aiutiamoci a ripensare la pastorale e la missione da questo centro: dalla fonte di luce della Parola di Dio, dalla roccia della nostra identità che è il Battesimo e dal cibo essenziale della celebrazione domenicale del mistero pasquale di Cristo.
Affido alla mia amata Chiesa palermitana questo Sussidio pastorale perché sia segno e strumento di un comune cammino nella gioiosa condivisione del Vangelo che abbiamo ricevuto come dono prezioso.
+ Corrado, Arcivescovo