
Anzitutto, serve precisare che la Rilevazione vuole essere un monitoraggio periodico sull’applicazione delle Linee Guida entrate in vigore nel giugno 2019 ai fini di verificarne e documentarne con trasparenza l’efficacia e la capillarità nella promozione di ambienti ecclesiali sicuri nelle Chiese in Italia.
Tale Rilevazione, dopo le precedenti a carattere biennale e annuale, sarà da ora in poi a cadenza biennale, per poter rilevare in modo più adeguato, nelle sue evoluzioni e nelle sue criticità, il processo di rinnovamento ecclesiale, attraverso la partecipazione attiva degli operatori della rete stessa. In questo senso le Rilevazioni periodiche vanno lette come strumento pro-attivo di responsabilizzazione e trasparenza della comunità ecclesiale, quale presa di coscienza dei cambiamenti in atto per un loro potenziamento e delle barriere che ancora sussistono per un loro superamento.
Ciò è confermato dalla metodologia adottata- la Partecipatory Action Research – che in questa Terza Rilevazione trova una espressione chiara nelle domande a risposta aperta rivolte ai referenti dei Servizi e ai responsabili dei Centri di Ascolto.
“Custodire, ascoltare, curare”, erano le tre consegne affidate dal Santo Padre ai referenti dei servizi e ai responsabili dei Centri di ascolto nel loro primo incontro nazionale, in cui veniva presentata al Pontefice stesso la Seconda Rilevazione. Questa Terza Rilevazione sembra indicare come quelle consegne siano poi state tradotte in impegno fattivo nelle diocesi e regioni, facendo compiere un ulteriore passo nella consapevolezza che tutelare è “formare per educare”, come lo stesso Papa Francesco ha detto recentemente alla Pontificia Commissione per la Tutela dei minori.
Se guardiamo al “curare” possiamo osservare come la prima forma di cura sia stata messa in atto dagli attori della rete verso il proprio servizio, ampliando la propria formazione su ambiti sollecitati dalle segnalazioni e da una prospettiva di formazione permanente e interdisciplinare. Tutto ciò per offrire una formazione sempre più qualificata e una altrettanta tempestiva e competente risposta alle segnalazioni. Una cura attenta non può che generare una cura della risposta alla domanda e il passaggio ad un approccio che nella sua proattività deve essere trandisciplinare.
La Terza Rilevazione conferma la circolarità necessaria tra Servizio per la tutela e Centro di Ascolto. La segnalazione trova nel Centro di Ascolto il punto di accoglienza e avvio di percorsi di verità e giustizia e nel Servizio quel processo di ritorno per rivedere buone prassi e riportare sicuro l’ambiente, mediante un metodo di lavoro che rivaluti il rischio e rinforzi la protezione.
Il custodire invece si è tradotto nel coinvolgimento di tutto il popolo di Dio, sia nella composizione della rete degli operatori sia nei soggetti coinvolti nei percorsi formativi. I servizi e i centri di ascolto sono a trazione laicale e anche femminile nelle loro rispettive composizioni. La partecipazione alla definizione dei punti di forza e di debolezza, così come le risposte alle domande aperte rivelano la competenza e la trasparenza nel rilevare le criticità di un processo di rinnovamento che è ancora all’inizio e talora trova fossati da attraversare o muri in cui fare breccia.
Custodire inteso anche come rapporti sempre più stabili con gli uffici e i servizi pastorali, affinché si passi progressivamente da una prima fase di sensibilizzazione culturale ad una di formazione situazionale a livello ecclesiale, come indicato dai modelli internazionali preventivi più accreditati. Lo denota la produzione di sussidi e strumenti operativi che affiancano gli incontri e i percorsi così da garantire quelle condizioni essenziali per un ambiente ecclesiale sicuro nelle sue diverse specifiche attività e luoghi di svolgimento e supportarne la vigilanza. Non basta formare, occorre vigilare affinché le azioni siano non solo limpide ma affidabili.
Ascoltare come attenzione alla domanda di verità e di giustizia, ma anche alla persona con le sue ferite, i suoi bisogni, le sue risorse da riattivare e riparare. Il Centro di Ascolto si sta rivelando una sentinella nella comunità ecclesiale e civile, occorrerà rendere sempre più nota la presenza.
La via indicata da papa Francesco nel 2023 alla rete territoriale dei Servizi e dei Centri di Ascolto è quindi stata intrapresa.
Ora occorre non fermarsi, definire i prossimi passi orientando sempre più la bussola del cammino intorno a quattro poli:
* responsabilizzazione ecclesiale comunitaria per formare e vigilare a relazioni autenticamente evangeliche per tutti, a partire dal minore e dal vulnerabile;
*ascolto e cura verso chi è ferito e ricerca verità e giustizia;
*collaborazione con la società civile perché la tutela “sia linguaggio universale”. (Messaggio di Papa Francesco per la Plenaria della Pontificia Commissione, 26 Marzo 2025);
*comunicare come si sta generando una rinnovata salvaguardia e imparare a gestire la crisi con trasparenza.
Infine, il cammino sinodale delle Chiese in Italia sta dando una ulteriore e convinta spinta, affinché la tutela dei minori e adulti vulnerabili sia sempre più parte integrante della loro missione per tutelare la comunità nel suo essere luogo educativo e socialmente generativo.
Introduzione di Chiara Griffini
Presidente Servizio Nazionale CEI per la tutela dei minori
e degli adulti vulnerabili
CEI, Terza Rilevazione sulle attività dei Servizi diocesani, interdiocesani, regionali e dei Centri di ascolto