Festino di Santa Rosalia

Chiesa Cattedrale
15-07-2013

    1. Nel giorno in cui facciamo memoria del prodigioso ritrovamento delle reliquie di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, lodiamo e ringraziamo il Signore per avercela donata quale Patrona ed Avvocata della nostra Città.
    Nel tradizionale festino il popolo palermitano ha ancora una volta l’opportunità di rivolgere alla Santuzza il suo sguardo, di mostrarle il suo affetto colmo di devozione e di calore, una devozione consegnataci dai nostri padri e giunta fino ad oggi: oggi pomeriggio porteremo per le vie della nostra Palermo le sue spoglie custodite nella monumentale Urna argentea e si rinnoverà la preghiera di tutta la Città, perché Rosalia la liberi da ogni forma di pestilenza, da ogni contagio di male, antico e nuovo.

    2. Nel pieno del XII secolo, la giovane vergine Rosalia, spinta dall’azione dello Spirito Santo, è chiamata a vivere quotidianamente quello speciale incontro con Cristo suo amato, così come ci viene descritto nella prima lettura: ‘Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline’. La fanciulla ascolta la voce del suo amato, ne osserva l’avvicinarsi, e il suo cuore si dispone all’incontro con lui. Ed anche l’amato, che la invita ad alzarsi e ad accorrere subito per consumare l’incontro d’amore, le chiede di mostrargli il viso, di fargli sentire la voce: ‘Mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole‘.
    Nel ritiro eremitico, prima nelle grotte della Quisquina e poi sul Monte Pellegrino, Rosalia ha vissuto questo scambio di voci, questo ascolto reciproco, questo incontro desiderato fino in fondo, ciò che è per lei vitale ed è capace di trasformare la sua vita e di donarle gioia piena e felicità duratura.
    Quale esempio per la nostra vita di fede! Creare le condizioni perché questa fede possa crescere e maturare e perché possa crescere e maturare in noi l’uomo nuovo in Cristo Gesù, dovrebbe essere obiettivo prioritario, perché base per ogni autentica realizzazione personale e comunitaria.
    Rileviamo invece che una società sempre più frenetica, che continua ad appoggiare e costruire modelli consumistici ed edonistici, che impone la sua visione materialistica, fagocita spesso anche quanti si ritengono buoni cristiani e, pur illudendoli di avere un rapporto intenso con Cristo, li allontana dalla frequentazione autentica ed amorosa con lui.

    3. Al Santo Padre Francesco, che lo Spirito Santo ha voluto suscitare per accompagnare la Chiesa in un tempo così difficile, va tutto il nostro affetto alla vigilia della sua partenza per Rio de Janeiro, ove incontrerà i giovani di tutto il mondo. Nella sua prima enciclica Lumen fidei afferma la necessità di crescere nel rapporto con Dio: ‘La Chiesa non presuppone mai la fede come un fatto scontato, ma sa che questo dono di Dio deve essere nutrito e rafforzato, perché continui a guidare il suo cammino‘ (n.6). ‘La fede ‘ continua il Santo Padre ‘ è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome‘ (n.8).
    Dunque nella fede si cammina, come uomini chiamati ad un incontro che si coltiva ogni giorno in un dialogo profondo con Dio e con le domande radicali che troviamo dentro di noi.
    La Santuzza ci ricorda che per camminare nella fede che libera e che ci completa come uomini e donne, bisognerà ogni giorno fare delle scelte, piccole o grandi che siano. Bisognerà dare priorità a ciò che veramente vale e che ci viene indicato dal Vangelo di Cristo, annunciato e incarnato nella Chiesa.
    Le parole di San Paolo, che ci fanno entrare nel cuore della sequela generosa di Rosalia, sono di monito a tutti noi: ‘Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui‘ (Fil 3,8).
    Quanta spazzatura attorno a noi! Quanti desideri senza sbocco! Quanta superficialità che ci conduce all’effimero! Dietro gli allettamenti del piacere e del progresso, sta il vuoto che continua a mietere vittime, soprattutto nelle nuove generazioni, che nel cuore hanno iscritto il desiderio della bontà e della bellezza, e che pure subiscono ogni giorno quello che il Papa chiama il furto della speranza.

    4. L’esempio di Rosalia, che rinuncia a tutto e mette al primo posto il suo ‘guadagnare Cristo ed essere trovata in lui‘, ci indica una strada precisa: la grazia di Dio, l’amicizia con lui, il suo amore riversato nei nostri cuori e donato ai fratelli, è il tesoro più grande per il quale vale la pena di lottare fino alla fine. La grazia di Dio, per Rosalia, ha contato più della vita, come abbiamo ascoltato dal salmo responsoriale, e l’anima di Rosalia ha ricercato il suo Sposo come terra deserta, arida senz’acqua, convinta che solo lui poteva appagare le sue profonde aspirazioni.
    E noi? E la nostra sete? Il desiderio che ognuno di noi porta impresso nella sua natura, tante volte viene canalizzato male, su strade sterili, nelle quali siamo attratti da quelli che sono veri e propri idoli.
    Scrive il Papa nella Lumen Fidei: ‘L’idolo è un pretesto per porre se stessi al centro della realtà, nell’adorazione dell’opera delle proprie mani. L’uomo’ si disperde nella molteplicità dei suoi desideri’ Per questo l’idolatria è sempre politeismo, movimento senza meta da un signore all’altro‘ (n.13).
    Guardiamoci: sempre in movimento fisico e interiore, irrequieti e sballottati da venti contrari, tentati di prendere tante strade idolatriche che si aprono dinanzi a noi: ma ‘ scrive ancora il Papa ‘ ‘l’idolatria non offre un cammino, ma una molteplicità di sentieri, che non conducono a una meta certa e configurano piuttosto un labirinto‘ e ‘la fede in quanto legata alla conversione, è l’opposto dell’idolatria; è separazione dagli idoli per tornare al Dio vivente, mediante un incontro personale’ La fede consiste nella disponibilità a lasciarsi trasformare sempre di nuovo dalla chiamata di Dio‘ (n.13).

    5. Questa è la vera sapienza! Questa è la vera saggezza! La saggezza del cammino della fede che Rosalia ha vissuto! Ella, come vergine saggia, si è premurata di procurarsi per tempo l’olio che poteva tenere accesa la lampada della fede. È rimasta sempre attenta e vigile alla venuta del suo Signore, cosicché tutta la sua vita è stata una preparazione all’incontro definitivo con il suo Sposo: non ha perso l’occasione, Rosalia, non ha esitato a scegliere la via della fede per donarsi totalmente a Cristo, per metterlo sempre e per sempre al primo posto.
    Questo ci dice tanto! Perché noi non siamo così solleciti nel far sì che le lampade della nostra fede siano sempre colme per illuminare di luce nuova il nostro pensiero e il nostro agire nella quotidianità della vita. Ciò è soprattutto visibile quando non riusciamo a leggere gli eventi della vita, anche i più contraddittori e drammatici: ‘Chi crede, vede; ‘ afferma Papa Francesco ‘ vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta‘ (n.1).
    Ecco perché, soprattutto in momenti di esitazione e di crisi, come quello che ‘ a vari livelli ‘ stiamo attraversando ‘ Rosalia, quale testimone della fede, ci è di esempio e ci incoraggia a rimanere fedeli agli impegni del nostro Battesimo.
    Ed è lei stessa che, dal Monte Pellegrino, non cessa di guardare Palermo e i suoi devoti e li invita ad alimentare la fede in modo più coerente: la lampada della fede ‘ pare dirci ‘ può guidare i nostri passi e ci rivela che solo un’autentica, generosa e coerente sequela di Cristo può risollevare le sorti della nostra società, che vive la crisi dei valori etici e morali che ha devastanti ripercussioni financo in seno alla famiglia, dei giovani spesso sfiduciati e senza prospettiva di futuro, del relativismo morale e della ricerca sfrenata dei piaceri che non consentono di cogliere tutta la bellezza della vita, come incontro d’amore con Dio e con i fratelli.

    6. Ci aiuti la Santuzza, a far provvista ogni giorno dell’olio santo con il quale alimentare la nostra fede e compierla nella carità concreta al servizio dei fratelli. Ci aiuti in questo anche un altro ‘gigante’ della fede e della carità che oggi, insieme a Rosalia, in questa Cattedrale, vogliamo venerare: don Pino Puglisi, martire per una fede sempre accesa e risplendente nelle opere, viva nel rapporto con i fratelli e con questa Città.