Ordinazione Diaconi Permanenti

Cattedrale di Palermo
05-10-2004
ORDINAZIONE DIACONI PERMANENTI
OMELIA DEL CARDINALE ARCIVESCOVO
Cattedrale, 5 ottobre 2004

1. Rendiamo veramente grazie a Dio perché, nel 52° anniversario della mia Ordinazione diaconale, mi dà la grazia di ordinare Diaconi permanenti sette laici della nostra Chiesa palermitana.
    Ad essi, perciò, questa sera si volge la nostra attenzione e per essi sale a Dio uno e trino la nostra preghiera, perché accolgano la grazia del ministero che sarà loro conferito dallo Spirito Santo mediante l’imposizione delle mie mani, con la chiara percezione, nella fede, del mistero dal quale un ministero così grande procede ed è generato, e lo esercitino con coerenza, con fedeltà, con coraggio, con perseveranza, perché siano di aiuto al Vescovo e al suo presbiterio, come lo furono i leviti assegnati da Mosé al sacerdote Aronne per ordine di Dio.
    Come abbiamo ascoltato nella seconda lettura si tratta di un ministero antichissimo, che risale ai tempi apostolici e che è stato tenuto sempre in grande onore nella Chiesa, anche se nella Chiesa di Occidente, dopo il secolo V, per diverse ragioni ebbe un lento declino, finendo per rimanere solo come tappa intermedia per i candidati all’Ordinazione presbiterale.

2. Dobbiamo essere grati al Concilio Vaticano II che stabilì la restaurazione del Diaconato come grado proprio e permanente della gerarchia, da potersi conferire a uomini di età matura anche sposati oltre che a giovani idonei che hanno ricevuto il grande dono del celibato. Per dare esecuzione alle indicazioni conciliari, Paolo VI stabilì le regole generali del Diaconato e il nuovo rito di ordinazione, promuovendo così una rivitalizzazione delle comunità cristiane, della quale anche la nostra Chiesa palermitana ha beneficiato, come attesta la corona dei Diaconi permanenti che tutti saluto con grande affetto.
    Come ogni altro ministero, il Diaconato può essere rettamente compreso solo all’interno della Chiesa, intesa come mistero di comunione trinitaria in tensione missionaria, e sempre in riferimento al ministero di Cristo, del quale è partecipazione specifica e ripresentazione sacramentale.
    S. Ignazio martire attesta che il ministero del Diacono ‘non è altro che il ministero di Gesù Cristo, il quale prima dei secoli era presso il Padre ed è apparso alla fine dei tempi’.
    E in realtà con la speciale effusione dello Spirito Santo questi sette accoliti saranno ordinati Diaconi: saranno cioè per sempre configurati a Cristo Signore, il quale si è fatto diacono, ossia servo di tutti, come si è presentato egli stesso or ora nel Vangelo: ‘Io sto in mezzo a voi come colui che serve’.
    Loro compito principale è quello di essere interpreti delle necessità e dei desideri delle comunità cristiane e animatori della diaconia, ossia del servizio, che è parte essenziale della missione della Chiesa, come comunità tutta vocazionale e tutta ministeriale.
    Riconosciamo, perciò, rispettiamo e veneriamo con fede nei Diaconi la presenza di Cristo, che è venuto non per essere servito ma per servire (Mt 20,28). Essi, secondo l’esortazione di S. Ignazio martire ‘siano accetti a tutti in ogni cosa: non sono infatti ministri di cibi e di bevande, ma della Chiesa di Dio’.

3. Questa presenza di Cristo servo deve essere riconosciuta, onorata e rispettata anzitutto da voi, figli carissimi, esercitando con fede e in modo irreprensibile il triplice servizio della Parola, della santificazione e della carità, che oggi vi viene affidato.
    Ministri, ossia servitori, della parola di Dio, dovete proclamarla e insegnarla a chi crede e a chi non crede, come è espresso dal gesto liturgico della consegna del libro dei Vangeli, perché raggiunga ogni persona nel suo ambiente naturale di vita.
    Memori di essere ministri della Chiesa, che per sua natura è missionaria, coinvolgetevi per primi nella catechesi, nella predicazione e soprattutto nella ‘Missione ’99’, la Missione casa per casa, con la quale la nostra Chiesa di Palermo intende impegnarsi concretamente nella nuova evangelizzazione, docile del comando missionario del Signore: ‘Andate… annunziate il Vangelo ad ogni creatura’.
    Fu questo d’altra parte la scelta autenticamente missionaria fatta dal diacono S. Francesco, l’araldo del gran Re. Di lui ha scritto il suo primo biografo: ‘Riempiva ogni terra del Vangelo di Cristo annunciando il Regno di Dio ed edificando gli ascoltatori più con l’esempio che con la parola’. E ai suoi frati ordinò di andare per le vie e nelle case per annunziare il Vangelo.
    La pastorale nelle famiglie e per le famiglie in voi diaconi sposati deve trovare i responsabili e gli operatori più qualificati, arricchiti come siete della duplice grazia sacramentale del Matrimonio e dell’Ordine. La vostra formazione permanente ‘ prolungamento di quella iniziale svolta con tanto impegno e non pochi sacrifici sotto la guida del Vescovo Ausiliare – trovi in questo settore un campo privilegiato per la necessaria competenza. E la vostra disponibilità, possibilmente insieme con le vostre mogli e le vostre famiglie, sia larga e generosa.
    Nutrendovi pertanto, assiduamente della Parola di Dio soprattutto attraverso la lectio divina, credete ciò che proclamate, insegnate ciò che avete appreso nella fede, vivete ciò che insegnate. E sempre nella fedeltà al magistero della Chiesa, così da poter dire con S. Paolo: ‘Vi dichiaro che il Vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo’ (Gal 1,11).

4. Ministri della liturgia, sarete a servizio della lode di Dio e della santificazione dei fratelli. Nella celebrazione del Battesimo, nella conservazione e nella distribuzione dell’Eucaristia, nell’assistenza e nella benedizione del matrimonio, nella presidenza del rito dei funerali e della sepoltura e nell’amministrazione dei sacramentali, troverete la fonte primaria del progresso nella vita spirituale e le vie privilegiate della vostra specifica santificazione diaconale.
    Siate, per questo, uomini di contemplazione e di preghiera, soprattutto attraverso la quotidiana celebrazione della Liturgia delle Ore, e conformatevi al mistero eucaristico, punto di partenza e di arrivo del vostro ministero, offrendovi ogni giorno con Cristo al Padre e ai fratelli.
    Ministri soprattutto della carità, siate gli animatori della premura che la comunità cristiana deve testimoniare verso gli ultimi, con i quali Cristo servo ha voluto identificarsi, memori che le opere di carità diocesane e parrocchiali, che sono tra i primi doveri del Vescovo e dei Presbiteri, secondo la testimonianza della tradizione della Chiesa sono trasmesse a voi Diaconi come servitori del ministero ecclesiastico.
    L’imperativo, che Gesù rivolse nel Cenacolo agli Apostoli dopo aver preso il calice e rese grazie a Dio: ‘Prendetelo e distribuitelo fra voi’ è rivolto questa sera anche a voi, come ministri del calice: un ministero che esige la più convinta partecipazione alla passione del Signore, unendo le inevitabili sofferenze personali, familiari e ministeriali a quelle di Cristo che ha dato la vita per noi come massima espressione del suo servizio.
    Perseverate con lui nelle sue prove, che sono oggi le prove della Chiesa.

5. Ma non può esserci servizio autentico senza amore, senza amore a Cristo e senza amore ai fratelli, nella più salda comunione ecclesiale, che è il cuore stesso della Chiesa.
    Per questo, la vostra spiritualità diaconale deve essere la spiritualità dell’amore, del servizio e della comunione: dell’amore a Cristo e alla sua Chiesa, del servizio gioioso e generoso al popolo di Dio, della comunione col Vescovo e con i Presbiteri, dei quali il vostro ministero è aiuto e collaborazione, in fraterna e sincera unione con gli altri Diaconi. E’ quanto sarà espresso nella promessa di obbedienza che voi farete nelle mani del vostro Arcivescovo e nell’abbraccio che scambierete con gli altri fratelli nel Diaconato.
Voi dovete essere i promotori del senso comunitario e dello spirito familiare del popolo di Dio. Solo a questa condizione voi potrete e dovrete fermentare la comunità cristiana, suscitando e animando i vari servizi e ministeri subordinati sia istituiti che riconosciuti di fatto, in risposta ai bisogni e alle esigenze pastorali della nostra Chiesa, la quale, soprattutto in questo nuovo anno pastorale contempla l’Eucaristia come forza propulsiva della parrocchia missionaria.

6. Fortificati con i sette doni dello Spirito Santo, che io invocherò ed effonderò fra poco su di voi, e che resterà per sempre con voi e in voi come sigillo indelebile, compite fedelmente l’opera di un così grande ministero, con la coerenza con la quale lo hanno esercitato i santi Diaconi che fra poco invocheremo come vostri modelli e intercessori.
    Soprattutto nei luoghi dove esercitate la professione, siate di esempio ai vostri colleghi per competenza, serietà e impegno nell’esercizio del proprio dovere.
    Nutriti quotidianamente dal Pane della parola di Dio, che dovete annunziare, e dal Pane eucaristico che dovete servire e distribuire ai fratelli, siate il Vangelo e l’Eucaristia vivente.Che voi riceviate il Diaconato nell’Anno Eucaristico è un ulteriore e significativo motivo perché siate servitori innamorati della Eucaristia, il tesoro più grande della Chiesa e il cuore del mondo, posto nelle vostre mani.
    Aiutati dalla preghiera e dalla collaborazione delle vostre spose e dei vostri familiari, che saluto con gratitudine per la disponibilità offerta alla vostra risposta vocazionale, con l’esempio delle vostre famiglie siate gli apostoli delle altre famiglie, soprattutto di quelle che sono in difficoltà o vivono nella più deprimente solitudine.
    Sorretti dalla filiale fiducia nell’intercessione materna di Maria, la serva per antonomasia del Signore, sappiate ripetere ogni giorno come lei con gioia: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che tu hai detto’ (Lc 1,28).