Santa Messa della Notte di Natale

Cattedrale di Palermo
24-12-2005
MESSA DI MEZZANOTTE
OMELIA DEL CARDINALE ARCIVESCOVO
Cattedrale, 24 Dicembre 2005
1. Gioiscano i cieli ed esulti la terra. Gioisca Palermo ed esultino i Palermitani davanti al Signore che viene.
    Anche se non mancano motivi di tristezza e di sofferenza, con le stesse parole di S. Leone Magno, dico a voi: ‘Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne’.
    È risuonato ancora una volta nella nostra Cattedrale il lieto annunzio dell’Angelo: ‘Oggi è nato per noi il Salvatore’, e ci è stato rivolto l’augurio più vero e sincero del Natale: ‘Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama’.
    Il segno è quello di sempre: ‘Un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia’. Non è un mito, non è una favola, ma un evento storico, un accadimento unico, il più grande della storia che non deve finire di stupirci: Dio si è fatto uomo come noi per farci come lui, per salvarci e divinizzarci.
    Con la semplicità e lo stupore dei pastori avviciniamoci e prostriamoci davanti a quel Bambino nel quale si è compiuta dopo ottocento anni la profezia di Isaia che abbiamo ascoltato nella prima lettura: ‘Un bimbo è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: ‘Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della Pace’.

2. Consigliere ammirabile, è lui la luce vera che illumina ogni uomo e dissipa le tenebre dell’errore e della menzogna, che nelle antiche e nelle nuove forme creano incertezze e generano confusione persino sul senso della vita. Ascoltiamolo. Solo lui ha parole di vita eterna, che non ingannano, non deludono e non passano. Lo ha detto lui stesso: ‘Cieli e terra passeranno, le mie parole non passeranno’ (Mc 13,31).

3. Dio potente, è lui che vince le insidie e le torbide suggestioni del peccato, radice di tutti i mali sociali, con la forza della grazia che ci comunica attraverso i sacramenti della Chiesa, veri veicoli della vita divina che egli è venuto a donarci in abbondanza. E in realtà egli, figlio di Dio, si è fatto uomo perché noi, uomini e donne, da semplici creature di Dio possiamo diventare ‘ come di fatto siamo diventati ‘ suoi figli adottivi. E Figli di Dio lo siamo realmente, perché partecipi della sua vita , della sua divinità, della sua santità. Torniamo a lui se ci siamo allontanati col peccato, certi che la sua misericordia è più grande di ogni miseria.

4. È lui, infatti, il Padre per sempre, la manifestazione dell’unico Dio, Creatore e Padre, che ‘tanto ha amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna’ (Gv 3,16).
    Ce lo ha ricordato S. Paolo nella seconda lettura: ‘È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini’. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone’. La nostra risposta deve essere quella suggerita dall’Apostolo.
    Negativamente: rinnegare l’empietà, cioè il rifiuto di Dio, che il secolarismo e l’agnosticismo favoriscono, e i desideri mondani, che il materialismo pratico, il relativismo morale, l’edonismo permissivo e libertario giustificano e incoraggiano, strumentalizzando perfino il Natale, degradato a occasione di consumismo e di spreco istituzionalizzato.
    Positivamente: vivere in questo mondo con sobrietà, giustizia e pietà.
    La sobrietà rende agile lo spirito, non appesantisce il corpo e apre il cuore alle necessità del prossimo.
    La giustizia, nel senso biblico, è la tensione convinta e gioiosa alla santità alla quale tutti siamo chiamati nelle ordinarie circostanze della vita.
    La pietà ci fa sentire figli di Dio e perciò vicini a lui, affidandoci a lui con fiducia e invocandolo con la preghiera nelle ore della gioia e in quelle immancabili del dolore. Crescerà così il senso della solidarietà, della condivisione, della carità operosa, verso quanti vivono in difficoltà spirituali e materiali. Sono questi i grandi valori del Natale, che nella culla di Betlem non hanno solo la poesia più suggestiva e commovente, ma anche e soprattutto la sorgente più limpida e coinvolgente.

5. Principe della pace, è lui la nostra pace. La pace è dono di Dio affidato alla nostra libertà: va accolta con fede, con gratitudine, con senso di responsabilità, mettendo in pratica la legge dell’amore scambievole e del perdono vicendevole che Gesù ha lasciato a noi cristiani come tessera di riconoscimento davanti al mondo.
    ‘Da questo ‘ egli ha detto ‘ sapranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri come io vi ho amati’. E lui ci ha amati sino a dare la vita per noi.
    ‘Amate i vostri nemici, – ha precisato – fate del bene a coloro che vi maltrattano’ (Lc 6,27). Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro’ (ib. 21).
    ‘Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato, date e vi sarà dato, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio’. (vv. 36-38)

6. È questo il messaggio che il Bimbo di Betlem ci trasmette con la luce del suo Vangelo e con la forza della sua testimonianza.
    Promettere di accoglierlo è il migliore augurio di Natale. Sforzarsi di metterlo in pratica è il più autentico dono natalizio.
    Deponiamolo, attraverso le mani di Maria, sull’altare di questo sacrificio eucaristico. Sarà così più serena la nostra vita. Saranno più tranquille le nostre famiglie. Sarà più sicura la nostra Città alla quale auguro un futuro migliore, mentre su tutti voi, su quanti sono in ascolto attraverso la Radio Diocesana e soprattutto sui bambini, sugli anziani e su quanti soffrono nel corpo e nello spirito, invoco la Benedizione del Bimbo di Betlem, l’Emmanuele, Dio con noi, il Re della santità e della vita, il Re della verità e della grazia, il Re della giustizia, dell’ amore e della pace. Auguri!.