UNA CASA PER TUTTI: IL “TEMPO DEL CREATO” LUNGO IL CAMMINO SINODALE

(lp) Dare vita agli eventi non soltanto nella logica di un progetto da sviluppare ma nella dimensione del cammino da condividere con tutti coloro che si incontrano lungo la strada: ecco allora che il calendario di appuntamenti per vivere il “Tempo del Creato” (celebrato nelle settimane scorse dai cristiani di tutto il mondo attraverso il tema “Una casa per tutti? Rinnovare l’oikos (dimora) di Dio”, impegno simboleggiato da una tenda in grado di accogliere idealmente i milioni di rifugiati di questo particolare periodo storico), diventa una sorta di tappa verso il cammino sinodale che la Chiesa di Palermo si appresta a vivere con la consapevolezza che la custodia del Creato resta – oggi più che mai – un impegno centrale per tutto il popolo di Dio.

In effetti, il denso calendario di occasioni di impegno promosso nei giorni scorsi nell’Arcidiocesi di Palermo da numerosi uffici e servizi (Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del lavoro, Caritas Diocesana, Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, Ufficio Diocesano Beni Culturali, Servizio Diocesano Pastorale Persone con Disabilità, Ufficio Diocesano per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport, Ufficio Diocesano Pastorale Familiare, IRC Palermo, Ufficio Pastorale Scuola Palermo, UPEDI Palermo e Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali) è andato proprio nella direzione di un coinvolgimento che fosse il più ampio possibile, una grande “prova” di sinodalità: dalla raccolta straordinaria di pneumatici fuori uso nel quartiere di Borgo Nuovo alla pulizia delle spiagge di Vergine Maria e dell’Arenella (in collaborazione con parrocchie, associazione e gruppi di volontari). L’impegno per custodire (e in molti casi, ripulire) il Creato è stato concreto, tangibile.

«La custodia del Creato passa anche dalla consapevolezza che si tratta di un dono che è per tutti e che da tutti deve essere custodito affinché tutti possano goderne»: così l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice a Villabate lo scorso 8 ottobre, prima di iniziare la piantumazione di nuovi alberi in piazza della Regione, attorniato dagli studenti dei diversi istituti scolastici del comprensorio. I nuovi alberi messi a dimora costituiscono anche un monito a chi crede di potersi sedere al tavolo dell’illegalità per controllare piccoli e grandi porzioni di territorio “fuori dalle regole condivise e fuori dalle leggi che ci siamo dati”: una via, una piazza, un giardino, un parco giochi, un intero paese sono la casa di una comunità e prendersi cura di un pezzetto di territorio significa prendersi cura degli altri, significa ricordarsi che il bene comune va custodito proprio da tutti, senza delegare».

Anche attraverso alcuni colpi ben assestati di zappa e un nuovo albero da far crescere il cammino della nostra Chiesa può proseguire.