Capodanno S. Messa al Comune

Palazzo delle Aquile
01-01-2008

    Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore!

    1. Nella gioia ancora piena e profonda del Natale, celebrato dalla Chiesa quasi con un unico giorno di festa nel quale ci è possibile prolungare la contemplazione del Dio Bambino, ci ritroviamo al Palazzo di Città per la Celebrazione Eucaristica nella solennità di Maria SS. Madre di Dio, giorno in cui si celebra anche la Giornata Mondiale della Pace. Con questo tradizionale appuntamento, insieme, iniziamo il nuovo anno civile.
    ttraverso la stupenda pagina evangelica appena ascoltata, la liturgia ci invita ancora a seguire i passi dei pastori.  Essi sono animati da un profondo desiderio di ricerca, e, ascoltato l’annuncio degli angeli risuonato nella valle di Betlemme e accolto dalla semplicità dei loro cuori, ‘senza indugio’ vanno e trovano il segno loro annunziato: ‘Maria, Giuseppe e il Bambino che giaceva nella mangiatoia’ (Lc 2,19).
    Dinanzi all’evento prodigioso della nascita di Gesù tutti rimangono coinvolti in un profondo stupore: è la stessa meraviglia che anche noi siamo invitati a provare incontrandoci con il mistero del Dio fatto uomo per noi, del Verbo che si incarna e pone la sua dimora in mezzo a noi. Lo stupore per questo evento indicibile si trasforma in preghiera e l’evento si fa più vicino a noi, ci tocca il cuore, può cambiare la nostra vita.
    Questo è il Natale, nel suo fascino e nel suo invito dolce e deciso a metterci in cammino ‘ proprio come i pastori ‘ verso Betlemme, per favorire l’incontro con il Dio della vita, con colui che può donare speranza di gioia vera ed inesauribile.

    2. Ma in questo giorno speciale la liturgia ci invita a rivolgere il nostro sguardo pieno di stupore e gratitudine a Colei dalla quale ha avuto la sua nascita umana il Figlio di Dio incarnato. Oggi celebriamo la maternità divina della Vergine Maria, il ruolo da lei assunto nel mistero della salvezza: eccelsa fra tutte le creature, preservata da ogni macchia di peccato, Maria ha dato al mondo la Luce degli uomini, il Signore dell’universo, il Re dei re. Il nostro stupore continua a crescere mentre pensiamo che il Figlio incarnato ha voluto avere una madre, e per lei è voluto entrare nella storia dell’uomo.
    In Maria il tempo si compie, perché in lei e nella sua obbedienza verginale e orante, si compie la volontà di Dio. Tutta la storia converge verso il quadro contemplato dai pastori, verso questo Bambino che sta teneramente abbracciato a sua madre Maria.
    Ce lo ha ricordato l’apostolo Paolo nel brano appena ascoltato: ‘Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli’ (Gal 4,4). 
    Il tempo si fa gravido della salvezza, perché una Vergine partorisce l’Emmanuele, il Dio-con-noi, il Dio compagno dell’umanità. Il Signore del tempo e della storia sceglie l’umiltà e la disponibilità di una Vergine per esistere nel tempo e condividere con gli uomini i bisogni più forti e le attese più profonde. In Maria, il tempo dell’uomo diventa occasione di salvezza, fecondato dall’amore di Dio che dona il suo Unigenito perché l’uomo di tutti i luoghi e di tutte le epoche trovi la strada della vita, la felicità eterna.

    3. Nella contemplazione della figura della Vergine Maria, Madre di Dio, si apre anche il nuovo anno civile. E mentre siamo riconoscenti al Signore per il dono di un nuovo anno che ci dà nuovi slanci e rinnovato vigore nei difficili sentieri della vita quotidiana, imploriamo da lui la sua benedizione, perché anche questo 2008 che si apre possa essere custodito dal suo amore e sostenuto dalla sua grazia.
    L’augurio migliore che la stessa Parola di Dio ci dona è proprio quello che il Signore suggerisce a Mosè per gli Israeliti: ‘Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace’ (Num 6, 23-26).
    Il volto del Signore sia costantemente orientato verso di noi, e, nei nostri cuori, dimori abbondantemente la sua pace, dono che coincide con la sua presenza e con la sua misteriosa azione di riconciliazione.
    Dal 1967, da quando il Santo Padre Paolo VI espresse questo desiderio, il primo giorno dell’anno è anche la Giornata Mondiale della Pace, un appuntamento che sprona tutti gli uomini che percorrono i sentieri del tempo, a rinnovare il proposito di farsi guidare in progetti di rispetto, solidarietà, reciproca accoglienza.
    La pace è dono elargito da Dio. Esso è addirittura il primo dono che il Risorto concede ai suoi discepoli, nel Cenacolo. Ma è anche quanto viene annunziato dagli angeli nella Notte Santa. La pace è lo stesso Cristo che viene ad abitare in mezzo alle vicende degli uomini, e che chiede di essere accolto come duemila anni fa.
    Per il mistero della libertà umana, insondabilmente rispettato dal Creatore, non è scontato che l’uomo viva nella pace. La pace è affidata alla buona volontà degli uomini stessi, e diventa per essi un compito nella misura in cui essi la custodiscano e ne proclamino sempre, in ogni circostanza storica, l’importanza e la necessità, e per essa lottino fino in fondo, nel rispetto di tutti.
    La pace va costruita giorno per giorno, perché quotidianamente l’uomo è invitato ad accogliere il Principe della Pace, Gesù Cristo, che, con la sua proposta d’amore, è pronto a dare un senso autentico alla vita.

    4. La pace dell’umana famiglia va costruita sulle basi dell’accoglienza e della scelta profonda di ciascun uomo a favore del Sommo Bene e della Verità. Il singolo che accoglie il Vangelo dell’amore nella sua vita si pone nelle condizioni di potere costruire la pace intorno a sé e di viverla dentro di sé. L’uomo non si percepisce più da solo, ma come parte di un progetto divino al quale contribuire.
È tradizione che, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, il Papa faccia giungere un messaggio a tutto il mondo. Il Santo Padre Benedetto XVI in un passaggio significativo del messaggio di quest’anno intitolato ‘Famiglia umana, comunità di pace’, così scrive: ‘Non viviamo gli uni accanto agli altri per caso; stiamo tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e quindi come fratelli e sorelle. È perciò essenziale che ciascuno si impegni a vivere la propria vita in atteggiamento di responsabilità davanti a Dio, riconoscendo in Lui la sorgente originaria della propria, come dell’altrui, esistenza. È risalendo a questo supremo Principio che può essere percepito il valore incondizionato di ogni essere umano, e possono essere poste così le premesse per l’edificazione di un’umanità pacificata. Senza questo Fondamento trascendente, la società è solo un’aggregazione di vicini, non una comunità di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia’ (n. 6).
    Penso che questo valga, a ragione, per la costruzione quotidiana della pace, come pure per l’edificazione del Regno di Dio in mezzo agli uomini. Esso passa per la risposta che ogni uomo, a diverso titolo e per le responsabilità che gli sono proprie, può dare al disegno d’amore di Dio. S. Paolo ci ha ricordato che il cuore pulsante della nostra fede, centro vitale della nostra esistenza da cristiani, è il nostro essere figli di Dio, suoi eredi della promessa di vita eterna.
    Al compimento di questo disegno cooperiamo tutti, a vari livelli. Ho ricordato come alla base del cambiamento della nostra società, come pure della nostra amata Città di Palermo, sta il cambiamento del cuore dell’uomo, del suo modo di guardare la realtà, di compiere delle scelte, di accogliere l’altro, di costruire cammini nuovi e un futuro pieno di speranza e vigore.
    Alla base della rinascita della società sta la rinascita del singolo, come cristiano e, prima ancora, come uomo, nella formazione delle coscienze, nella lotta alle proprie inconsistenze e ai propri pregiudizi, nell’apertura solidale e paziente all’altro.
    A tutti noi, in questo Capodanno, è affidato il messaggio: la legalità tanto invocata, la pace che desideriamo, la giustizia che vorremmo vedere trionfare sempre, sono risvolti della scelta di conversione che l’uomo deve cominciare a compiere se vuole davvero costruire il futuro.

    5. Certo, mentre la Chiesa si ritrova impegnata nel campo della formazione delle coscienze e dell’evangelizzazione per annunciare che è possibile costruire un uomo nuovo, anche le istituzioni civili devono sentirsi sempre più impegnate a rimuovere tutti quegli ostacoli che non consentono agli uomini del nostro tempo la scelta del Bene, quando non la ostacolano o rischiano di confonderla relegando le scelte di fede o le norme morali oggettive che guidano la vita, nella sfera del privato e del personale.
    Tutte le istituzioni, a tutti i livelli, sono chiamate a dare il loro prezioso contributo perché questa nostra società, e in particolare questa nostra Città, possa costruirsi e ricostruirsi ogni giorno attorno al bisogno fondamentale di verità e amore che riconosciamo in ogni uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio. Solo in quest’ottica l’amministrazione renderà un vero e proprio servizio al bene comune, libero dalle lentezze burocratiche e aperto alla crescita del cittadino.

    6. Ci soffermiamo ancora volentieri davanti al presepe. Maria, testimone anche lei degli eventi che accadono, conserva ogni cosa meditando attentamente nel suo cuore. È l’atteggiamento di chi non comprende tutto e subito, di chi non recepisce immediatamente la totalità delle ragioni di Dio, di chi non penetra ancora le profondità del suo disegno.
    La Vergine, tuttavia, raccoglie con pazienza, quanto le può servire per seguire l’itinerario tracciato da Dio per lei, nel Figlio Gesù. Maria, in questa paziente operazione di meditazione interiore, è guidata dalla sua fede, è sostenuta da un forte abbandono, è sorretta dall’ascolto attento della Parola di Dio.
    A lei, Regina delle Pace, chiediamo l’intercessione per ottenere luce sui sentieri del nuovo anno che ci si aprono innanzi. A lei vogliamo consegnare il desiderio profondo di pace, ma anche il proposito di vivere da autentici figli di Dio. Con lei vogliamo camminare perché i nostri cuori possano godere della serenità e della forza necessarie per affrontare con speranza il 2008 che inizia, e per mantenerci ogni giorno sotto lo sguardo benigno e benedicente di Dio.