Festino di Santa Rosalia – Discorso alla Città

Piazza Marina
15-07-2014
    1. Anche quest’anno l’Urna con le reliquie di Santa Rosalia fa sosta in Piazza Marina. La accoglie il popolo palermitano che con la sua presenza, con il suo canto, con la sua preghiera, testimonia, la devozione della Città nei confronti della sua “Santuzza”. 
    Le sue reliquie hanno attraversato, ancora una volta, la nostra Città e lei ha parlato dasanta palermitana a palermitani chiamati alla santità. mostrandosi – come sempre – compagna di viaggio di una Palermo che da secoli non smette di implorarla come avvocata, protettrice, benefattrice, patrona.

    2. Certo, c’è sempre il rischio di invocare aiuto e protezione dall’alto in modo miracolistico, delegando a Dio soltanto, e all’intercessione della Santuzza, ogni passo in avanti verso il riscatto, verso la libertà, verso migliori orizzonti di bene e di progresso, verso la liberazione da pestilenze antiche e nuove.
    Ribadisco – come tante volte ho fatto – che Rosalia non è un talismano! E che la fede non è un tranquillante per le coscienze! Il Festino, come tutte le feste religiose e popolari, non serve a convincerci di essere a posto con noi stessi. Niente è più pestilenziale che continuare a credere che sia Dio l’unico delegato a risolvere i nostri problemi, e che a noi non sia affidata nessuna parte da compiere. 
    No! Non è così!
    Questa processione può e deve farci confrontare con la santità di Rosalia e può interpellare la nostra umanità, risvegliare la nostra fame e sete di giustizia, farci progredire sulla via dell’autentica libertà, educarci a vivere una carità sempre più alta con un cuore nuovo.
    E tutti siamo chiamati a questa conversione… Tutti, nessuno escluso!

    3. Guardiamoci attorno… Guardiamo questa nostra Città. 
So bene che è più facile scorgerne le brutture, specie quelle che saltano subito all’occhio, i disagi nei quali da sempre sembra immobilizzata, il degrado e l’incuria di alcuni quartieri. È triste ammettere che in tutti, cittadini e Istituzioni, si registra una sempre più diffusa mancanza di senso di responsabilità che impoverisce le straordinarie potenzialità di questa nostra Città. 
Un vero e proprio “stallo” di tanti cuori che non credono più nel cambiamento e che non si impegnano in una vera responsabilità condivisa che ci faccia crescere uniti.
    Due semplici esempi…
    Tutti desideriamo una Città più pulita. E questo dipende da una efficiente e regolare raccolta dei rifiuti, troppo spesso disattesa nei tempi e nella modalità. Ma, da singoli cittadini, come viviamo gli ambienti che ci sono stati consegnati dalla storia? Assumiamo la responsabilità di custodire il creato, e quanto di bello ci è stato donato?
    E poi… A tutti piacerebbe vivere in una Palermo meno caotica, più libera dallo smog e dal traffico. Ed è dovere dell’Amministrazione di provvedere ai controlli e di agevolare la viabilità, punendo anche più severamente certa circolazione incivile. Ma quale senso civico mostriamo per primi noi cittadini quando circoliamo per le strade? Siamo responsabili nell’attenerci alle regole, nell’evitare i disagi con il nostro comportamento, nel rispettare le esigenze di tutti? Nell’evitare di mettere a repentaglio la nostra vita e quella degli altri?
    Sono solo due esempi che mettono a nudo quanto spesso non sappiamo far altro che lamentarci del male che deturpa Palermo, senza pensare che tutti – ripeto: tutti! – abbiamo il dovere di fare i primi passi per seminare il bene, per manifestare la forza rinnovatrice di un cuore nuovo.

    4. Certo, il compito di costruire il futuro della nostra Città appartiene in primo luogo alleAmministrazioni locali che hanno assunto l’impegno di guidare questa Cittadinanza.
    Esse – come ho avuto modo di ribadire nei giorni scorsi – hanno il dovere di lavorare in una profonda e autentica sinergia che testimoni l’obiettivo condiviso del bene comune, impegnandosi in favore della crescita del cittadino, rispettandone la realizzazione delle sue potenzialità, la pienezza della sua dignità. E questo deve avvenire garantendo i principali diritti, anche quelli elementari, come il lavoro, la casa, l’istruzione, la salute. 
    Il Festino, non può “stordirci”: non può farci dimenticare, per esempio, l’emergenza sempre più complessa e allarmante dei “senza casa”. È vero che essa non può essere affrontata con stile di “far west” attuando a macchia di leopardo occupazioni abusive di immobili privati. Ma è anche vero che bisogna ascoltare il grido disperato di chi reclama il diritto ad una casa, per la dignità propria e della propria famiglia. Si tratta di un problema che non si può trattare unicamente con soluzioni temporanee ed assistenza immediata, ma che ha bisogno di una riflessione comune delle forze in campo e di una pianificazione seria e puntuale.
    Davanti alla Santuzza e ai palermitani provo a chiedermi: a questa disperazione si devono sempre unire solo rabbia, violenza e sopraffazione? Si deve giungere a violare i diritti degli altri? All’ingiustizia si dovrà sempre sommare ulteriore ingiustizia che alimenti tensioni sociali, scontri in piazza e nuova illegalità?
    Provo a chiedere a tutti i responsabili della cosa pubblica di individuare iniziative concrete per giungere ad una reale concertazione fra più soggetti, con l’obiettivo catalizzare tutte le forze buone del territorio e aprire nuovi sentieri di speranza su questo annoso problema e sulle sue radici.
    La fede che professiamo insieme questa sera può farsi motore dello sviluppo sociale, ed è in grado di gettare nuova luce su questi possibili sforzi.

    5. C’è poi la piaga endemica della disoccupazione, specie quella giovanile, e il fenomeno del precariato che chiude orizzonti di speranza per le famiglie e reca sofferenza al futuro delle nuove generazioni, creando le condizioni per la diffusione della criminalità mafiosa.
    C’è anche il sempre più difficile reinserimento nel tessuto sociale di coloro che, dopo aver saldato il loro debito con la giustizia o dopo aver compiuto un percorso di liberazione da dipendenze di diverso genere, chiedono unicamente di essere reintegrati nella loro dignità e cercano nuove possibilità lavorative.
    Per questo continuo a chiedere, ormai da tanti anni, che Palermo abbia i suoi progetti di sviluppo a lungo termine, non soltanto gli interventi di gestione puntuale delle emergenze.
    Come chiedo a tutti che il Festino sia anche occasione per rinnovare il mio accorato appello alla responsabilità di ognuno. Per scoprire o riscoprire la solidarietà reciproca e il senso della comunione fra tutti i figli di Dio. Per passare ad una vera risposta di carità. È l’ “eccomi” della condivisione e del dono. E può farsi concreto nelle situazioni che conosciamo, ma anche attraverso le Caritas parrocchiali, gli enti caritativi e di volontariato, le mense che sono presenti nel nostro territorio cittadino.

    6. Carissimi! Palermo possiede anche tante luci sulle quali può contare. La forza dei suoi cittadini, la dignità e la nobiltà del popolo palermitano e l’eredità del passato, testimoniate dalla ricchezza del patrimonio artistico-monumentale, di tradizione e di fede. Esse sono la chiave di volta più solida sulla quale può reggersi la costruzione del suo futuro.
    E poi il suo cuore pronto e generoso, dimostrato ancora una volta negli ultimi mesi con l’accoglienza direi quasi incondizionata di tanti profughi sbarcati sulle nostre coste in cerca di libertà, dignità e futuro.
    Tutti dobbiamo collaborare e siamo chiamati a rendere visibile nella vita di ogni giorno una trasparenza, un’onestà, una capacità di accoglienza senza precedenti.     Tutti siamo chiamati a manifestare non soltanto il nostro senso civico, la volontà di essere buoni cittadini, ma – lo possiamo e lo dobbiamo dire ai piedi di quest’Urna argentea – siamo chiamati soprattutto a testimoniare la nostra fede nel Cristo Signore, lo Sposo verso il quale Santa Rosalia desidera portarci.
    La liberazione dalle pestilenze che ogni giorno respiriamo, rimanendone noi stessi vittime, non è affidata – lo ribadisco – al semplice passaggio della santità di Rosalia, ma è soprattutto affidata all’impegno di santità di tutti e singoli cittadini che, sulla scia di Rosalia, intendono andare avanti nell’amore fattivo e sincero a Dio e ai fratelli, nell’opposizione ferma e costante ai meccanismi del vizio e della corruzione, nell’impegno morale che ci qualifica veri uomini che sanno lottare contro le passioni insane e sanno riconoscere e promuovere la vera dignità.
    È il nostro cuore che deve cambiare prima di ogni altra cosa! Santa Rosalia deve implorare da Dio un cuore nuovo per questa Palermo! Un cuore nuovo per i palermitani!Un cuore di carne e non un cuore di pietra!
    Non è vero che questa fede non è più in grado di dirci nulla!     Piuttosto essa ci offre un’autentica chiave di lettura: il futuro della nostra Palermo dipenderà dalla nostra coerenza di vita, dalla nostra trasparenza evangelica, dalle nostre scelte coraggiose anche se in controcorrente.
    Insieme con Santa Rosalia imploriamo da Dio questa grande opera di liberazione dei cuori, di rottura delle catene che ci tengono in prigionia, di riscatto sociale e vittoria sul male e su tutti i poteri occulti e organizzati che approfittano di questa situazione per dominare il futuro della nostra Palermo.

    7. Amatissima Città di Palermo! Lancia ancora una volta accorata la tua preghiera a Dio chiedendo l’intercessione della nostra Patrona Rosalia.
    Presenta le tue ferite, i tuoi bubboni, le tue pesti! Presenta le famiglie in difficoltà, gli anziani e gli ammalati, i giovani e i minori a rischio! Presenta anche i corrotti e i criminali, il male che ti sfigura, le strade mortifere dell’alcool e della droga, le perversioni di mentalità e comportamenti che minano la convivenza civile, fanno dilagare l’illegalità e ti fanno apparire solo con le tue brutture, o bella Palermo.
    Prega ancora la Santuzza, Città felicissima, perché ti possa far riscoprire ogni giorno il tuo vero volto, recuperare la tua storia più nobile, guardare con speranza al tuo futuro da costruire.
    E allora sarà più credibile il grido che tutti ci unisce nel dare onore alla nostra Città e alla sua Patrona, un grido che è la tua preghiera e che è come un coraggioso sprone di speranza per il tuo domani, un grido che anche stasera, tutti vogliamo far risuonare insieme: Viva Palermo e Santa Rosalia!