Mercoledì delle Ceneri

Cattedrale di Palermo
25-02-2004

1. Siamo grati al Signore che anche quest’anno ci dona la grazia di iniziare nella Quaresima il cammino della vera conversione, ossia del ritorno a Dio, nel ricordo del Battesimo e con la grazia della Penitenza, in preparazione alla Pasqua, in cui siamo chiamati a celebrare la Risurrezione di Gesù dalla morte e la nostra risurrezione dal peccato.
E’ questo il significato della imposizione sul capo delle ceneri, che riceveremo fra poco. Rito penitenziale, sorto dalla tradizione biblica e conservato nella consuetudine ecclesiale sino ai giorni nostri, mette in luce la caducità della vita terrena e la nostra condizione di peccatori che confessano esternamente la loro colpa davanti a Dio ed esprimono così la volontà di una conversione interiore, nella fiduciosa speranza di essere perdonati dal Signore.

2. Il dilagare del male, come risultato esterno e sociale del peccato che è in ciascuno di noi, rende più urgente la nostra risposta personale al comando del Signore: ‘Convertitevi e credete al Vangelo’, che accompagnerà il rito delle ceneri. Esprime in pienezza l’imperativo rivoltoci nella prima lettura attraverso la voce del profeta Gioele: ‘Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio’.
E’ un imperativo rivolto a tutta l’assemblea, a noi sacerdoti, ministri del Signore, ai vecchi ai fanciulli. Un imperativo carico di speranza, perché mette in evidenza l’amore infinito del Signore Dio, che per tutti è padre ‘misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza’.

3. La risposta l’abbiamo espressa nel salmo responsoriale. Ciascuno di noi, col cuore contrito di Davide, ha confessato umilmente e sinceramente la propria condizione di peccatore: ‘Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto’.
Ma nello stesso tempo ha innalzato a Dio la voce supplice della speranza: ‘Lavami da tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro. Rendimi la gioia di essere salvato’.
Il Signore non ci delude. Ci dona la gioia della salvezza. Ma a una condizione: che non induriamo il nostro cuore e ascoltiamo la sua voce. Per questo nella seconda lettura l’Apostolo Paolo ci ha detto con accorato accento pastorale: ‘Vi supplichiamo in nome di Cristo: Lasciatevi riconciliare con Dio’.
Il tempo della Quaresima è il momento favorevole del dono gratuito della riconciliazione e della salvezza.

4. Con chiaro riferimento a quanto Gesù ci ha detto nel Vangelo, la Chiesa ci indica le armi antiche e sempre nuove del combattimento spirituale della Quaresima per la nostra conversione: la preghiera, il digiuno, le opere di carità.
· La conversione è un dono di Dio che ci viene rivelato e offerto dalla sua Parola. La Quaresima ci trovi più impegnati nell’ascolto, per trarne la luce necessaria alla revisione di vita personale e comunitaria. La Liturgia quaresimale ci offre una mensa più abbondante della Parola: sappiamo utilizzarla.
· Suscitata dalla Parola di Dio, la conversione va umilmente implorata con la preghiera più intensa. Troviamo il tempo per la preghiera personale e comunitaria, in famiglia e in Parrocchia. Soprattutto in questo Anno eucaristico, partecipiamo con fede più viva non solo la Domenica, ma possibilmente ogni giorno alla S. Messa. Celebriamo con maggiore fervore e puntualità la Liturgia delle Ore, senza trascurare i pii esercizi e le pratiche di pietà popolare saggiamente e correttamente valorizzati.
· Implorata con la preghiera, la conversione ha il suo traguardo nel Sacramento della Penitenza e Riconciliazione. Il tempo della Quaresima è il più adatto alla celebrazione di questo sacramento. Nessuno di noi si sottragga all’amore misericordioso di Cristo, che ci attende nel confessionale, nella persona del ministro suo e della Chiesa, per lasciarci riconciliare con Dio, con noi stessi e con il prossimo e ottenere, col perdono, la pace interiore e la gioia del vivere.

5. Lo spirito interiore della penitenza, come cambiamento di mentalità che deve animare tutta la vita cristiana e come itinerario di continua e incessante conversione al Vangelo, si manifesta esternamente nelle pratiche penitenziali.
Segno universale della penitenza quaresimale resta l’astinenza dalle carni ogni venerdì e il digiuno con l’astinenza oggi, mercoledì delle Ceneri e, nel triduo pasquale, il Venerdì Santo.
Ma sono raccomandate anche altre opere di penitenza come
– l’astensione da cibi o divertimenti particolarmente costosi, soprattutto se inutili e dannosi: si pensi al danno del tabagismo, dell’alcolismo e della droga;
– le classiche opere di misericordia spirituale e materiale: e il pensiero va spontaneo alle sei vittime dell’incidente aereo in una missione di carità;
– un più coraggioso impegno nel portare il peso delle difficoltà della vita;
– l’offerta a Dio delle sofferenze fisiche e morali in unione a quelle di Cristo;
– il digiuno della lingua per evitare la maldicenza e la vanagloria;
– e perché no? il digiuno televisivo, soprattutto quando si trasmettono programmi chiaramente in contrasto col Vangelo, come le scene di violenza e di degrado sessuale.

6. Ma le pratiche esteriori di penitenza non sono comunque fine a se stesse: sono finalizzate alle opere di carità. La Quaresima è il tempo privilegiato della condivisione e della solidarietà. E’ questa l’intuizione di fondo che alla Caritas Italiana ha suggerito l’iniziativa della ‘Quaresima della carità’. Il risparmio dei sacrifici quaresimali diventi aiuto a chi nel mondo muore o rischia di morire di fame. Ma anche nel nostro territorio non mancano, anzi si aggravano i casi di povertà e di miseria. A tal fine la Caritas Diocesana per la quinta domenica di Quaresima, 28 marzo, indice la Giornata della Carità in tutte le parrocchie all’insegna dell’Anno Eucaristico, durante il quale si fa sentire più forte l’invito del Signore: ‘Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò’.
In questa logica evangelica accogliamo tutti l’invito del Santo Padre a vivere la Quaresima 2004 con una particolare attenzione al dramma di tanti bambini che ‘sono feriti profondamente dalla violenza degli adulti: abusi sessuali, avviamento alla prostituzione, coinvolgimento nello spaccio e nell’uso della droga; bambini obbligati o arruolati per combattere; innocenti segnati per sempre dalla disgregazione familiare, piccoli travolti dal turpe traffico di organi e di persone’, per non parlare dei milioni di bambini che soprattutto in Africa sono colpiti dal grave flagello dell’AIDS: e l’ho visto di persona nella mia visita alla nostra parrocchia africana di Nyololo in Tanzania.

7. Alcuni di questi fenomeni dolorosi si verificano anche in certi quartieri della nostra Città. Non mancano minori vittime di abusi sessuali, sociali, psicologici, coinvolti nella micro e anche nella macrocriminalità, distratti dalla scuola perché obbligati a lavorare. È per questo che la nostra Caritas Diocesana sta realizzando dei progetti di promozione umana a favore dei minori dell’Albergheria, di disabili ed extracomunitari, come anche a favore degli adolescenti che si trovano nel circuito penale.
Riguardo alla dispersione scolastica ci siamo pronunciati recentemente tutti i Vescovi Siciliani, invitando le nostre comunità ecclesiali a un maggiore impegno pastorale perché tale piaga possa essere sanata e le competenti Autorità civili a efficaci interventi di prevenzione per promuovere la conoscenza delle cause reali di questo triste fenomeno e provvedere al suo superamento alla luce della solidarietà sociale e civile.
Per questa ragione ho esortato le singole parrocchie a organizzare incontri con i genitori per trattare dei problemi dei minori. Durante la Visita pastorale sia nelle parrocchie sia nelle scuole, incontrando bambini, ragazzi, giovani, mi sto rendendo conto di quanta attenzione essi hanno bisogno da parte delle famiglie, delle scuole, delle parrocchie in un’azione congiunta e sinergica. La Quaresima ‘ come ha scritto il Papa ‘ ‘sia utile occasione per dedicare maggiore cura ai bambini, nel proprio ambiente familiare e sociale: essi sono il futuro dell’umanità’. E ai più piccoli anche da noi sia garantita una più accurata assistenza sanitaria.
Ci accompagni nell’itinerario quaresimale, la Vergine Maria, donna del silenzio, della preghiera, della condivisione e dell’amore.