Solennità dell’Immacolata

Chiesa Cattedrale
08-12-2010

    Figli miei carissimi,

    1. Con la festa dell’Immacolata Concezione di Maria celebriamo quella ‘particolare grazia’ e quel ‘singolare privilegio’ di cui la Vergine Santissima è stata adornata fin dal suo concepimento. Fu il Sommo Pontefice, il Beato Pio IX, a proclamare e definire il dogma, nella Bolla Ineffabilis Deus del 1854.
    Maria, salutata dall’angelo Gabriele come ‘piena di grazia‘, cioè ‘ricolmata della grazia di predilezione di Dio‘, è stata, fin dall’inizio della sua esistenza, preservata da ogni traccia di peccato originale, e ‘ nel seguito ‘ da ogni conseguenza che da questa ferita primigenia discende.
    In Maria il peccato è come ‘disarmato’ fin dall’inizio. Ella gode di quella che i teologi chiamano ‘redenzione anticipata e perfetta‘. Solo così Dio Padre preparava una degna dimora per il Figlio che doveva venire nel mondo per sconfiggere il peccato e la morte. In Maria è la prima vera grande vittoria sul male.

    2. Perché tutta questa grazia sovrabbondante nella Vergine Maria? Perché questa cura particolare da parte del Padre?
    Il disegno della salvezza si compie nel Figlio Gesù che nasce dal grembo verginale di Maria. Il Padre prepara questa abitazione intatta e non corrotta dal germe antico del peccato: il Salvatore assume la carne della prima salvata; il Redentore dell’umanità nasce dall’umanità di Maria, già redenta in anticipo.
    Di più ‘ Poiché Cristo è il primogenito di una moltitudine di redenti, principio dell’umanità nuova, Maria, oltre che essere Madre del Redentore è anche Madre dei redenti, di coloro, cioè, che vivono la vita nuova di Gesù.
    Dio ricerca appassionatamente l’uomo caduto nel peccato: ‘Dove sei?’ chiede Dio ad Adamo nel paradiso terrestre. ‘Dove sei?’ chiede a Caino dopo che ha consumato il delitto di Abele. ‘Dove sei?’ chiede al profeta Giova che vuole scappare dalla sua missione.
    Questa ricerca è continuata senza sosta ed è giunta fino al mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio nel grembo della Vergine Maria: in lei Dio ritrova l’umanità che, a causa del peccato, si è allontanata dal suo amore. Solo il grembo purissimo della Vergine poteva essere il luogo di incontro nuovo e definitivo tra Dio e l’uomo, un incontro che salva e apre l’orizzonte della speranza.
    Dio non ha mai dimenticato l’uomo. ‘Egli si è ricordato del suo amore‘ abbiamo cantato nel salmo responsoriale. Si è ricordato del suo amore nella parola dei profeti, negli uomini giusti che lo hanno servito ad amato preparandone la venuta nella carne. Ma soprattutto si è ricordato del suo amore per l’uomo in Maria Santissima. In lei, Immacolata, egli ha come ‘giocato d’anticipo’, e ha preparato l’offerta della salvezza per l’umanità intera.

    3. Abbiamo ascoltato dall’Apostolo Paolo che in Cristo il Padre ‘ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità‘ (Ef 1,4), per essere ‘figli adottivi‘, ‘eredi‘ del regno promesso. Questa scelta si concretizza prima di tutto nella scelta della piccola fanciulla di Nazareth. ‘Benedetto sia Dio‘ perché ha scelto Maria! ‘Benedetto sia Dio’ perché in Maria e nella sua Immacolata Concezione, ‘ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale‘ (Ef 1,3).
    Festeggiare l’Immacolata Concezione non è solamente ricordare un mistero eccelso che riguarda Maria. Non soltanto! È la festa di ciò che da sempre Dio ci ha predestinati ad essere: ‘santi e immacolati di fronte a lui nella carità‘. In Maria, prima discepola, rinnoviamo la nostra volontà di seguire Gesù. In Maria, prima redenta, rinvigoriamo il nostro cammino di santità. E per questo ci facciamo l’un l’altro gli auguri: perché la Chiesa, in ognuna delle sue membra, sia ‘tota pulchra‘, ‘tutta bella’ come Maria, come l’Onnipotente l’ha voluta nel suo disegno di salvezza.

    4. In Maria Dio ha pensato davvero ‘in grande’.
    Ma ci sorprende e ci stupisce sempre il modo in cui lo ha fatto: attraverso la piccolezza di una Vergine.
    Abbiamo ascoltato dal racconto della Genesi che Eva pronuncia un ‘no’ che ferisce la primitiva relazione fra l’uomo e Dio. L’ingresso del peccato deturpa il progetto di Dio e inquina di egoismo l’armonia originaria. È la tentazione ‘ sempre attuale ‘ dell’uomo che vuol ‘farsi da solo’, che vuole ‘divenire dio senza Dio’.
    Il brano evangelico ci ha presentato la risposta che ripara quel ‘no’ antico e ribelle. Di fronte alla proposta di divenire Madre del Salvatore, la Vergine Maria risponde il suo ‘si’ all’angelo Gabriele. Con atteggiamento umile, Maria ascolta quanto le viene rivolto, si lascia interpellare dalla Parola pronunciata su di lei, ne coglie le difficoltà connesse con la sua piccolezza, ma proprio da questa stessa piccolezza risponde docilmente: ‘Eccomi’.
    A partire da quella semplice risposta di abbandono, la storia non sarà più la stessa: si ricentra su Dio. La storia riceve la possibilità di cambiare proprio nella piccola casa di Nazareth, nel cuore di Maria.

    5. E la storia è quella che è oggi consegnata a ciascuno di noi. Da un lato sempre la proposta di grazia di Dio, e dall’altro la risposta del cuore umano.
    La ‘stirpe‘ della donna, di cui ci parla Genesi, è oggi discendenza della ‘nuova Eva‘, ossia di Maria, Donna del ‘sì’ e Madre dei viventi in Cristo. Come avvenne per Lei, anche per noi vale la stessa proposta: Dio vuole ‘fare in grande’ servendosi del nostro piccolo ‘sì’.
    Permettetemi di vedere come ‘piccole annunciazioni quotidiane‘ di cui è costellata la nostra esistenza.
    Vedo che in ogni istante ci è recato o ricordato l’annuncio della volontà di Dio da compiere, il progetto di salvezza da realizzare. E’ Dio che ci fa la proposta: ‘Per il mio regno, ho bisogno della tua collaborazione‘.
    Con noi Dio pensa ancora ‘in grande’, ma lo fa attraverso il nostro piccolo ‘eccomi’. È l’ ‘eccomi’ della fedeltà agli impegni battesimali, che si coniuga e si specifica nella varietà degli stati di vita e dei carismi che arricchiscono il Corpo ecclesiale.
    È l”eccomi’ delle famiglie, che pur in mezzo a tante difficoltà, personali, economiche e sociali, si impegnano a rimanere unite e a vivere nella fedeltà e nella speranza, facendosi piccole chiese domestiche, sempre aperte al dono della vita.
    È l”eccomi’ di tanti sacerdoti che ogni giorno formano la ‘prima linea’ dell’accompagnamento alla gente e alle sue problematiche. Che mostrano il volto di Cristo Buon Pastore e rimangono fedeli alla loro missione di dare speranza quando tutto intorno sembra dire solo disperazione e con il loro ministero diventano dispensatori di grazia, riconciliatori degli uomini con Dio.
    È l”eccomi’ dei religiosi e delle religiose, che continuano, anche in contesti socio-culturali ostili, a seguire il Cristo povero, casto ed obbediente. Ove tutto sembra esaltazione dell’edonismo, mercificazione e banalizzazione della sessualità, ribelle libertinaggio, la loro fedeltà ricorda una sequela che rende l’uomo veramente uomo.
    È l”eccomi’ dei cari seminaristi, che mentre si preparano con trepidazione al ministero, vivono la fedeltà alla formazione nel quotidiano delle loro scelte, in sincerità di cuore, nella verità e nella disponibilità.
    È l”eccomi’ dei diaconi che, seguendo il Signore e la chiamata fatta a loro, costituiti dalla chiesa diaconi per rendere un servizio, sono sempre più vicini ai bisogni degli uomini e animano le comunità per condurle al Signore, seguendo così la voce del precursore ‘preparate le vie al Signore’.
    È l”eccomi’ di tutti quei laici che sono chiamati ad animare e santificare le realtà temporali, mostrando la bellezza della fede e la forza dell’amore in quegli ambienti nei quali compiono il loro dovere e possono essere ‘sale della terra’ e ‘luce del mondo’ e si trovano in prima linea come costruttori del Regno di Dio in mezzo agli uomini.
    È l”eccomi’ di chi è stato chiamato dal popolo ad amministrare la cosa pubblica, e non può tradire il suo compito e la fiducia accordatagli, ricorrendo a compromessi che sanno di egoismo e di superficiale disinteresse nei confronti del bene comune e creano una cultura di indifferenza e di emarginazione che tanti dolori e tante lacerazioni seminano nella nostra società.
    È l”eccomi’ di tutti quegli ammalati e sofferenti nel corpo e nello spirito, che, accogliendo ogni giorno la Croce, offrono la loro vita completando nella carne ciò che manca ai patimenti di Cristo. Membra preziose della Chiesa! Risposte preziose agli occhi di Dio!
    Quante ‘piccole annunciazioni‘! Quanti incontri fra l’offerta della salvezza da parte di Dio e la nostra possibilità di corrispondervi! Quante occasioni per edificare il Regno di Dio in mezzo agli uomini!

    Carissimi fratelli e sorelle, il Regno si costruisce prima di tutto nel cuore, perché solo quando il cuore è di Dio, allora tutto ciò che tocchiamo può poco a poco appartenere a lui. Perché lo toccheremo con amore, con delicatezza, con quella progettualità che ci viene dalla fede.
    Solo con la nostra generosa fedeltà nel poco di ogni giorno, la lotta drammatica fra la stirpe dell’antico serpente e quella della Donna vittoriosa sul Male, può risolversi in tante vittorie, piccole o grandi, che segnano l’avanzare del Regno. È vero che il male può ancora ‘insidiare’ l’umanità ‘ e lo vediamo continuamente crescere in mezzo a noi ‘ ma la nuova umanità, nata dal Figlio della Vergine, ha la capacità di vincere il male con il bene.
    A Maria, alla Vergine che ha aperto il cuore a Dio e che ha risposto prontamente al suo disegno di bene, affidiamo la nostra sincera volontà di conversione, il nostro desiderio di rispondere e corrispondere alle tante piccole e grandi annunciazioni del nostro quotidiano.
    Solo così guarderemo il futuro con occhi nuovi di speranza, e potremo contagiare positivamente questo sguardo a quanti incontreremo sul nostro cammino.
    E’ il futuro che Dio guarda attraverso il Figlio morente sulla croce, con quella gioia e speranza di una salvezza realizzata. E’ lo sguardo di Maria, piena di lacrime e pietrificata dal dolore, che Lo fa guardare a noi, ricevendoci come figli. Rivestiamoci di questo sguardo, riflettiamo nel mondo di oggi questo splendore perché tutti aprano il cuore alla conversione e alla speranza.

    E così sia.