Solennità di San Bartolomeo Apostolo

Ustica (Pa)
24-08-2007

Fratelli e sorelle amati dal Signore ed a me carissimi!

È per me una gioia grande trovarmi in mezzo a voi e con voi in questa solenne celebrazione della festa del Patrono dell’Isola, San Bartolomeo Apostolo, festa che ci coinvolge tutti nella contemplazione piena e sincera delle meraviglie che Dio compie nel cuore degli uomini che lo cercano e lo seguono con coraggio e fermezza.
Conosciamo tutti la figura di San Bartolomeo. Nella pagina evangelica che abbiamo ascoltato egli viene identificato con Natanaele, chiamato da Gesù ad essere suo discepolo, cioè a seguirlo più da vicino nella sua opera di annuncio della Parola e di amorosa vicinanza agli uomini.
Di San Bartolomeo Apostolo sappiamo ben poco di certo. Molte fonti raccontano della sua missione di evangelizzazione in diverse regioni (Mesopotamia, India, Armenia), e del suo martirio in Asia Minore, ove, secondo l’uso dei Persiani, venne decapitato dopo essere stato scorticato vivo ‘ come testimonia l’iconografia a noi familiare ‘ .
Ad ogni modo, tutte le fonti presentano l’Apostolo come un grande testimone del Vangelo ricevuto e accolto da Gesù Cristo, un grande testimone della fede per la quale egli donò la sua vita in modo pieno e generoso.
Festeggiare un Santo Patrono significa ritrovare nella nostra tradizione un amico potente presso Dio, quasi un ‘capo-famiglia’ attorno al quale ricomporre e ravvivare lo spirito di fraternità che deve animare una comunità cristiana.
Ricordarlo e onorarlo può offrirci così un’importante lezione di fede e può diventare una grazia assai provvidenziale: la grazia di mettere salutarmente in crisi il nostro modo forse un po’ sbiadito di vivere il cristianesimo, perché l’intercessione di San Bartolomeo, che ci è particolarmente caro, ci aiuti a ridare più sapore alla nostra esistenza di battezzati e a ravvivare la nostra adesione all’unico Salvatore degli uomini, che è anche l’unico Signore dell’universo, della storia, dei cuori.

La pagina evangelica or ora ascoltata ci ha raccontato della chiamata di Bartolomeo-Natanaele, fra i primi discepoli di Gesù. Se ci pensiamo bene, contemplandola, essa è la storia di una percorso di crescita nella fede che lo stesso nostro Patrono compie.
L’Apostolo Filippo, che aveva già incontrato il Maestro di Galilea, annuncia a Bartolomeo che finalmente, insieme ad altri suoi fratelli, ha trovato colui del quale l’Antico Testamento ha parlato, che la Legge e i Profeti hanno annunciato come salvatore del popolo e dell’umanità intera: si tratta di un giovane trentenne, Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazaret. La presentazione che Filippo fa a Bartolomeo è davvero ricca di impeto e di gioia: Filippo ha trovato quanto cercava, e il suo cuore non può non comunicare questa gioia a chi gli sta più vicino.