XXXI Anniversario di Ordinazione Episcopale – Ordinazione Diaconale

Cattedrale di Palermo
27-12-2004

Rallegratevi giusti nel Signore,
rendete grazie al suo santo nome.


    Amatissimi Sacerdoti e Diaconi,
    Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore.

1. Accogliamo l’invito del Salmista e rendiamo di tutto cuore grazie al nome santo del Signore per il dono col quale questa sera, egli, Datore di ogni bene, ancora una volta arricchisce di ministeri la nostra Chiesa palermitana: l’Ordinazione diaconale di questi suoi cinque figli, candidati al sacerdozio presbiterale.
    È doveroso soprattutto ringraziarlo da parte mia, perché anche quest’anno, nel trentunesimo anniversario della mia Ordinazione episcopale, mi concede di essere ministro dell’Ordinazione diaconale, così strettamente e sacramentalmente legata al ministero del Vescovo. I Diaconi, infatti, come attesta Ippolito ne La Tradizione apostolica, ‘Sono ordinati al servizio del Vescovo’.

2. Trentuno anni fa, la sera del 27 dicembre 1973, proprio in quest’ora, il mio Vescovo Mons. Francesco Minerva, (è morto a cento anni e sette mesi nell’agosto scorso), mi ordinava Successore degli Apostoli nella festa liturgica dell’apostolo prediletto del Signore, l’evangelista Giovanni.
    Mentre ringrazio Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per il dono tanto gratuito quanto immeritato della pienezza del Sacramento dell’Ordine, a lui, alla Chiesa e in particolare alla Chiesa di Palermo chiedo ancora una volta perdono per le mie incorrispondenze alla fiducia accordatami dalla bontà divina e affido alla vostra preghiera il mio ministero, sempre grato della vostra comprensione, della vostra collaborazione e del vostro affetto.

3. Direttamente congiunto a quello del Vescovo è il ministero del Diaconato. Grado iniziale del sacramento dell’Ordine, che è il sacramento del ministero apostolico, il Diaconato, conferito mediante una speciale effusione dello Spirito Santo, manifestata con l’imposizione delle mani del Vescovo e invocata con la preghiera di ordinazione, fa di questi cinque accoliti la ripresentazione sacramentale di Gesù, Signore e servo di tutti, che non è venuto per essere servito ma per servire. Conseguentemente fa di loro gli animatori della vocazione al servizio nella Chiesa in comunione con il Vescovo e con i presbiteri.

4. E voi, figli carissimi, considerate la grandezza di questo dono ministeriale che scaturisce dal mistero trinitario e dal mistero della Chiesa, mistero di comunione di missione. Anche se il vostro servizio diaconale non sarà permanente, in quanto candidati al presbiterato, proprio in questa prospettiva dovete vivere il Diaconato come l’esercizio di quell’amore a Cristo e al suo gregge che dovrà animare il futuro ministero presbiterale.
    Fortificati dai sette doni dello Spirito del Signore, che imprimerà su di voi l’indelebile carattere diaconale e una grazia sacramentale specifica e permanente, sarete di aiuto al Vescovo e al presbiterio della Santa Chiesa di Palermo, nel quale da oggi sarete incardinati, attraverso l’esercizio dei tre uffici del ministero ordinato, quelli di insegnare, di santificare e di reggere, nella prospettiva specifica della diaconia, del servizio, e sempre in conformità alle norme della Chiesa.

5. Il vostro primo servizio è l’annuncio del Vangelo, che fra poco vi sarà consegnato, e la predicazione della fede della Chiesa con le parole e le opere. Sono dirette perciò a ciascuno di voi le parole del Profeta: ‘Lo Spirito del Signore Dio è su di me, mi ha consacrato e mi ha mandato per portare il lieto annunzio ai miseri’.
    Ma per poter far questo, a somiglianza del teologo ed evangelista Giovanni, penetrate profondamente il mistero del Verbo fatto uomo. Contemplatelo assiduamente e siate in contatto intimo e orante con lui. Così anche voi, proclamando, annunziando e spiegando il Vangelo, potrete dire ai fratelli: ‘Ciò che abbiamo udito e contemplato, ossia il Verbo della vita, noi lo annunziamo a voi’. Ricordate sempre quanto abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale: ‘I tuoi amici, o Signore, contempleranno il tuo volto’.
    Come ministri del calice, che è il segno dell’immensa carità di Cristo, avete il compito di preparare ciò che è necessario per il servizio eucaristico, conservare e distribuire ai fedeli il Corpo e il Sangue del Signore, guidare la preghiera, amministrare il Battesimo, assistere e benedire il matrimonio, portare il Viatico ai moribondi, presiedere il rito delle esequie e amministrare i sacramentali. Darete così ‘una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito di lutto, canto di lode invece di un cuore mesto’.
    Partecipi del compito di reggere, proprio dei vescovi e dei presbiteri, lo eserciterete nell’animazione della vita ecclesiale, e nella dedizione alle opere di carità e di assistenza, soprattutto a favore dei poveri e degli ammalati in nome del Vescovo o del parroco. Fascerete così le piaghe dei cuori spezzati e consolerete gli afflitti.

6. Sono compiti, questi, di grande importanza per la vita della Chiesa ed esigono da voi una donazione senza riserve e il più evangelico spirito di servizio.
    Sono compiti che vi preparano a quelli più vasti e impegnativi del sacerdozio ministeriale: nella misura con cui li eserciterete con fede, con diligenza, con fedeltà, con generosità, vi disporrete e vi allenerete ad accogliere nell’ordinazione presbiterale il dono della carità pastorale che vi conformerà a Cristo buon Pastore.
Come ministri di Cristo e dispensatori dei misteri di Dio, sarete più a diretto contatto col Corpo e Sangue del Signore, soprattutto nella Celebrazione dell’Eucaristia. Siate uomini eucaristici. Partecipate ogni giorno alla S. Messa col fervore dei Santi. Gustate quotidianamente le delizie spirituali dell’adorazione eucaristica che vi farà esperimentare l’amore col quale Giovanni posò il capo sul petto di Gesù. E soprattutto trasformate la vostra vita e il vostro ministero in ‘eucaristia vivente’, testimoniando il comandamento nuovo dell’amore vicendevole, che S. Giovanni non si stancava di raccomandare e che costituisce l’anima della comunione ecclesiale della quale sarete a servizio.
    Solo chi vive e promuove la comunione fraterna può annunziare in modo credibile il Vangelo della carità e dire con l’Apostolo: ‘Noi lo annunziamo anche a voi, perché siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo’.

7. Allora la vostra gioia sarà perfetta. E più viva e motivata sarà la vostra tensione alla santità.
Alla santità, vocazione comune a tutti i battezzati, da oggi siete chiamati per un nuovo titolo, l’ordinazione diaconale, e con una nuova modalità, quella del servizio, valorizzando al massimo i tre doni che oggi il Signore vi consegna, perché compiate fedelmente l’opera del ministero.
    È il carisma del celibato, offerto per primo a Giovanni, col quale aderite a Dio con cuore indiviso per donarvi totalmente ed esclusivamente alla sua Chiesa. Custoditelo con la preghiera e con la vigilanza, come Gesù raccomandò allo stesso Giovanni e agli altri due apostoli nel Getsemani.
    E’ il dono della Liturgia delle Ore, che farà di voi la voce orante della Chiesa, dell’umanità e del creato. Non tralasciatela mai. È la vostra luce e la vostra forza. È la preghiera che il Signore stesso pone sulle vostre labbra e per questo è la più gradita a lui. Vi dona l’intelligenza penetrante della Parola di vita che abbiamo invocato nella preghiera colletta, e vi rende forti nella fede, umili nel servizio e retti di cuore.
    E’ il dono dell’obbedienza al Papa e al vostro Vescovo, come garanzia dell’autenticità e della fecondità del vostro ministero. Vivetela come una grazia che libera, e non come un peso che opprime: con quella riverenza di figli e di amici che fra poco prometterete a me e ai miei successori. Vi sia di esempio la rispettosa attesa dell’apostolo Giovanni nei confronti di Pietro più anziano all’ingresso al sepolcro.

8. Figli Carissimi,
    Affidatevi con fiducia all’intercessione di S. Giovanni, dei nostri santi protettori, S. Mamiliano e S. Rosalia, dei Santi Patroni delle vostre comunità parrocchiali: le saluto insieme ai vostri parroci e ai vostri familiari con viva gratitudine per queste risposte vocazionali. E sentimenti di gratitudine rivolgo anche agli educatori del Seminario e a tutti i seminaristi.
    Affidatevi soprattutto alla Vergine Santa. Lei non solo è la serva del Signore per eccellenza, modello di autentico servizio a Dio e al prossimo, non solo è la donna tutta eucaristica alla cui scuola s’impara come si tratta il suo Figlio realmente e sostanzialmente presente nella Eucaristia, ma è anzitutto la nostra madre, lasciataci da Gesù dall’alto della Croce proprio nella persona di Giovanni. Come lui prendetela e tenetela sempre nella vostra casa, nella casa del vostro cuore e del vostro ministero.
    Sarà così più facile per voi dare ogni giorno la risposta alla continua chiamata del Signore con il suo cuore e le sue parole: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che tu hai detto’. Amen.