XXXI Giornata Mondiale del Malato

Santa Messa per gli ammalati nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes - Chiesa Cattedrale
11-02-2023

Nella XXXI Giornata Mondiale del Malato, grazie all’impegno dell’Ufficio per la Pastorale della Salute dell’Arcidiocesi di Palermo, una Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice, è stata celebrata nella Chiesa Cattedrale per tutti gli ammalati sabato 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. “Abbi cura di lui”, la compassione come esercizio sinodale di guarigione, il tema della giornata.

Dall’omelia dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice

“Gesù ci introduce nella profezia stessa di Dio, quel Dio che pensa che la nostra vita, la nostra esistenza, quella di ogni giorni giorno (che a volte è colma di pesantezza tanto da farci perdere di vista l’orizzonte dell’esistenza stessa), questa esistenza è una chiamata ad amare Dio; e chi ama Dio, non fa altro che recuperare ciò che Dio ha a cuore per noi. […] In fondo Gesù ci rimanda al compimento della legge di Dio secondo cui la nostra vita, in tutte le sue espressioni, deve essere impregnata della presenza di Dio che vuole che noi viviamo riconoscendo lui e il suo amore e facendo sì che la sua presenza possa essere in noi il motivo ultimo di ogni nostra relazione. […] Dio ha una particolare predilezione che è quella per i più piccoli (se ricordate, il Vangelo di Matteo ce lo ricorda, “qualunque cosa avrete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avrete fatta a me”): ecco perché non dobbiamo sprecare neanche un segno di ciò che lui porta nel cuore e ci ha consegnato; la legge di Dio non è un ferro, una sbarra posta sulle nostre spalle, Gesù ci rivela il cuore di un Dio che invece vuole che la nostra vita accolga questa intima chiamata, quella di avere lo stesso cuore di Dio. Noi oggi ci siamo ritrovati insieme per chiedere al Signore di poter attuare realmente la sua volontà, quello che lui porta nel cuore dal principio, ad esempio che i nostri occhi lo riconoscano in ciascuno, in ogni nostro fratello, a maggior ragione tra i più piccoli. Lui ci fa riconoscere nell’altro una persona da avere a cuore, da custodire. Il Cristianesimo non è un insieme di dottrine, e non è un insieme di regole da attuare pedissequamente; il Cristianesimo è una risposta a prendere parte alla chiamata che Dio ci fa, quella dell’amore. Dio vuole essere amato nella misura in cui noi lo riconosciamo nel volto di ogni persona, questa è l’unica legge”.