Congresso Regionale PAstorale Universitaria della CeSI

25-10-2004

‘Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno’ (Gv 7,37).

Illustrissimi Magnifici Rettori,
Chiarissimi Professori,
Carissime e carissimi giovani.

1. L’invito rivolto ad alta voce da Gesù alla festa delle Capanne questa sera giunge particolarmente forte e stimolante a tutti noi credenti in lui, ma particolarmente a voi professori e studenti delle nostre Università convenuti a Catania per la prima volta per riflettere insieme sulle urgenze della Pastorale Universitaria. E per questo avete voluto inserire nel cuore del vostro Convegno la celebrazione della Eucaristia per invocare da Cristo il dono dello Spirito. È lui l’acqua che sgorga dal suo seno.
E’ lui, lo Spirito di unità, che ricostruisce l’umanità divisa e frantumata dall’orgoglio di Babele, espressione massima della ribellione a Dio iniziata nell’Eden col peccato dei progenitori.
E’ lui, lo Spirito di adozione che fa di noi degli uomini, semplici creature di Dio, i figli del Padre, inabita nei nostri cuori e ‘viene in aiuto alla nostra debolezza’ ‘intercede con insistenza per noi ‘ secondo i disegni di Dio’ (Rm 8,27).

2. Per me è un motivo di gioia incontrare in voi le comunità accademiche della nostra Regione.
Ed esprimo, a nome di tutto l’episcopato siciliano, compiacimento e riconoscenza per questa iniziativa, promossa dal Centro Regionale Pastorale Scuola Cattolica Università a una tradizione, che intende esprimere significativamente il legame fra la Chiesa e la cultura, fra la Chiesa e il mondo del sapere, fra la Chiesa e l’Università.
E’ un motivo di gioia ‘ ne sono certo ‘ anche per voi, perché dal rispettoso incontro del mondo della cultura con la verità e la luce del Vangelo che dalla Chiesa s’irradia, non mancherà di scaturire un valido aiuto alla realizzazione di una comunità umana aperta ai perenni valori dello spirito.
‘Col termine cultura, infatti, – come afferma la Costituzione conciliare Gaudium et Spes ‘ si vogliono indicare tutti quei mezzi con i quali l’uomo affina ed esplica le molteplici sue doti di anima e di corpo; procura di ridurre in suo potere il cosmo stesso con la conoscenza e il lavoro; rende più umana la vita sociale sia nella famiglia che in tutta la società civile mediante il progresso del costume e delle istituzioni; infine, con l’andar del tempo, esprime, comunica e conserva nelle sue opere le grandi esperienze e aspirazioni spirituali, affinché possa servire al progresso di tutto il genere umano’ (n.53).

3. Così intesa, la cultura è tutto ciò che forma l’uomo e la comunità in cui egli vive. La Chiesa, che è al servizio del Vangelo per la salvezza dell’uomo e della comunità umana, servendo il Vangelo serve le culture.
Molteplici, infatti, sono i rapporti fra il Vangelo di Cristo e la cultura. Rivelandosi al suo popolo fino alla manifestazione di sé nel Figlio incarnato, Dio ha parlato secondo il tipo di cultura proprio delle diverse epoche storiche.
Parimenti la Chiesa, vivendo nel corso dei secoli in condizioni diverse, si è servita delle differenti culture, per diffondere il messaggio cristiano nella sua predicazione a tutte le genti, per studiarlo e approfondirlo, per meglio esprimerlo nella vita liturgica e in quella multiforme dei fedeli.
Certamente la Chiesa, inviata a tutti i popoli di qualsiasi tempo e di qualsiasi luogo, non si lega in modo esclusivo e indissolubile a nessun tipo di cultura. Tuttavia, essa è in grado di entrare in comunione con le diverse forme di cultura, e tale comunione arricchisce tanto la Chiesa stessa quanto le varie culture.
Il Vangelo, infatti, rinnova continuamente la vita e la cultura dell’uomo. Combatte e rimuove gli errori e i mali derivanti dalla sempre minacciosa seduzione del peccato. Con la sua ricchezza soprannaturale feconda come dall’interno, fortifica, completa e restaura in Cristo le qualità dello spirito umano e le doti di ciascun popolo.
E’ così che la Chiesa, compiendo la sua missione, dà il suo contributo alla cultura, la quale deve mirare alla perfezione integrale della persona umana e al bene di tutta la società, coltivando soprattutto le istanze e le aspirazioni più profonde dello spirito in modo che si sviluppino le facoltà dell’ammirazione, dell’intuizione, della contemplazione e si affini il senso religioso, morale e sociale. Ciò significa ed esige ridurre a sintesi le varie discipline del sapere e delle arti.

4. Bisogna realisticamente riconoscere che oggi questo non è facile. Mentre, infatti, aumenta il volume e la diversità degli elementi che costituiscono la cultura, diminuisce nello stesso tempo la capacità per i singoli uomini di percepirli e di armonizzarli organicamente, cosicché l’immagine dell’ ‘uomo universale’ diviene sempre più evanescente.
Eppure, soprattutto nel nostro contesto socio-culturale caratterizzato dalla complessità e dalla frammentazione e dove l’uomo tende ad essere considerato più come individuo che come persona, è necessario tenere fermo il concetto della persona umana e della persona umana integrale, in cui eccellono i valori dell’intelligenza, della volontà, della coscienza e della fraternità, che sono fondati in Dio creatore e sono stati mirabilmente sanati ed elevati da Cristo Redentore.
In quest’ottica si comprende anche la necessità di operare un’altra sintesi, quella tra cultura e fede, come esigenza e della cultura e della fede. Una fede che non diventa cultura, infatti ‘ come si espresse il Papa Giovanni Paolo II nell’atto costitutivo del Pontificio Consiglio per la cultura ‘ è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta’. La fede annunciata dalla Chiesa deve necessariamente impregnare l’intelligenza e il cuore dell’uomo, deve essere pensata per essere vissuta. Ma è anche vero che solo all’interno della cultura e per mezzo di essa la fede cristiana diventa storia e creatrice di storia.

5. Ne consegue che la presenza della Chiesa nei luoghi privilegiati della cultura, quali sono il mondo della scuola e dell’università, gli ambienti della ricerca scientifica e tecnica, i luoghi della creazione artistica e della riflessione umanistica deve offrire la possibilità effettiva di un incontro con Cristo.
Di un rinnovato incontro con Cristo ha bisogno particolarmente il nostro Paese, come due anni fa disse il Papa a Palermo nel 3° Convegno delle Chiese d’Italia.
Di un rinnovato incontro con Cristo ha bisogno anche la cultura, per affrontare l’aspetto più profondo, anche se meno evidenziato dalle analisi sociologiche, della crisi che l’attraversa: quello antropologico.
‘E’ tempo di comprendere più profondamente ‘ disse ancora il Papa al Convegno ‘ che il nucleo generatore di ogni autentica cultura è costituito dal suo approccio al mistero di Dio, nel quale solo trova il suo fondamento incrollabile un ordine sociale incentrato sulla dignità e responsabilità personale. E’ a partire da qui che si può e si deve costruire una nuova cultura’.

6. In realtà solamente in Cristo, il Verbo incarnato, trova vera luce il mistero dell’uomo, perché il Figlio di Dio, rivelando all’uomo il mistero di Dio, rivela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione.
Ciò spiega perché la Chiesa è convinta che il suo messaggio non solo è in armonia con le aspirazioni più segrete del cuore umano, non solo non toglie alcunché all’uomo, ma anzi infonde luce, forza, vita e libertà per il suo progresso autentico che non può limitarsi a quello semplicemente economico e materiale, ma deve estendersi a quello culturale, religioso, morale. E così ridona la speranza a quanti disperano di un destino più alto, trascendente ed eterno.
La preoccupante decadenza delle evidenze etiche, che sono a fondamento di una convivenza umana degna di questo nome, anche nel nostro territorio sollecita un’affermazione sempre più convinta e concreta della funzione pedagogica dell’Università come luogo privilegiato della formazione integrale della gioventù.
L’Università non può non essere sensibile al diffuso e crescente bisogno della società di valori autentici, di guide etiche certe e di una visione trascendente del significato della vita, oggi così appannato e confuso, tanto spesso smarrito.
L’Università, quindi, non può limitarsi a impartire delle nozioni secondo i giusti principi e metodi di ogni disciplina e con la dovuta libertà di ricerca scientifica. Essa ha il compito di educare uomini e donne che siano vere guide nel campo scientifico, tecnico, economico, culturale e sociale. Deve essere una comunità la cui missione è di formare i quadri dirigenti del domani, i leaders competenti, illuminati, onesti e trasparenti della società, convinti della priorità dell’etica sulla tecnica, del primato dell’uomo sulle cose, della superiorità dello spirito sulla materia.

7. La nostra Regione ha bisogno di queste guide e di questi leaders per un futuro migliore della nostra terra e della nostra gente, così ricca di culture, di civiltà, di bontà, di valori, ma attraversata anche da mali endemici che solo una rinnovata coscienza morale fondata sulla cultura della legalità e del rispetto della vita può affrontare e debellare.
A Voi, chiarissimi Professori, che costituite per i giovani i primi, più importanti e insostituibili libri della vita, il grazie della Chiesa siciliana per quanto operate nella formazione delle nuove generazioni, certa che tale sarà il valore dei giovani qual è il valore dei maestri.
A Voi, carissimi/e giovani, l’augurio di sentirvi ed essere oggi i protagonisti della vostra formazione culturale, morale, sociale e religiosa, per essere domani i protagonisti della vita e del futuro della nostra Regione, posta da Dio nel cuore del Mediterraneo come crocevia naturale dei rapporti tra Est e Ovest, tra Nord e Sud e perciò snodo ineludibile del dialogo interculturale, interreligioso, interetnico su cui si fonda un pacifico rapporto dei popoli da tutti atteso e auspicato.
E’ un augurio che ora si traduce in preghiera nel sacrificio eucaristico, celebrazione sacramentale di ogni nobile aspirazione e di ogni lavoro, di ogni gioia e di ogni sofferenza umana. Un augurio che affido alla Vergine Santissima, Madre della Sapienza increata, e perciò Madre di quanti si accostano alle fonti del sapere per attingere in pienezza la verità, che fa liberi e grandi gli uomini e le donne di oggi e di domani.