Domenica di Pasqua – Resurrezione del Signore

Pontificale in Cattedrale
08-04-2007
    Fratelli e sorelle amati dal Signore ed a me carissimi!

    Il mio augurio più cordiale di Buona Pasqua a tutti voi. Buona Pasqua ai sacerdoti, ai diaconi, ai seminaristi, ai religiosi, ai fedeli laici. Buona Pasqua alle autorità, ai cittadini di Palermo, agli ospiti di questa Città. A tutti il Signore, vincitore dell’errore, del peccato e della morte, conceda la luce della verità, il fuoco dell’amore, la forza e la gioia della speranza.
    Un affettuoso pensiero di gratitudine, devozione e sostegno nella preghiera al Santo Padre Benedetto XVI, per la sua persona e il suo ministero.
    Alla nostra Chiesa particolare e a tutta la Chiesa Cattolica, l’ardente augurio di una nuova fioritura di santità nei cristiani, perché sia mostrato credibile, agli uomini di oggi, il Vangelo della risurrezione. Auguro ai giovani desiderosi di felicità di scoprirne in Gesù risorto la fonte inesauribile; alle famiglie di trovare in lui unità e apertura generosa; ai malati di ricevere sostegno e consolazione; ai poveri di trovare aiuto e sostegno. Rivolgo a tutti i popoli l’appello per una convivenza fondata sulla dignità di ogni persona, sul rispetto della vita in ogni sua fase, sul bene prezioso della famiglia, sulla libertà di coscienza e di religione, sulla solidarietà e la giustizia, sulla lotta alla miseria e alle malattie, sulla costruzione vera della pace.

    Nella prima lettura abbiamo ascoltato, dagli Atti degli Apostoli, l’annuncio pasquale compiuto dall’apostolo Pietro in casa del centurione romano Cornelio. È altamente significativo che i discepoli dichiarino non solo di aver visto Gesù risorto, ma di averlo incontrato e toccato, di aver perfino mangiato con lui, come si legge altrove nel Vangelo (Lc 23,42; Gv 21,9-13). Siamo dinanzi alla nascita del cristianesimo che prende inizio da un ‘fatto’ avvenuto realmente nella storia e reso pubblico a partire dall’alba del ‘terzo giorno’, dopo cioè il venerdì che ha visto la morte di Gesù e dopo il grande sabato pasquale, quando di tutta la vicenda del profeta di Galilea restava soltanto un sepolcro sigillato e muto.
    Ecco il cuore del cristianesimo, ecco la prima formula di fede, racchiusa in una sola parola: eghèrthe, ‘è risorto’. Questo è il minuscolo ‘seme’ di tutta la prodigiosa fioritura che avrebbe colmato di sé i secoli futuri.