Celebrazione Eucaristica Forze Armate

20-12-2007

    Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore!


    1.  È per me una vera gioia trovarmi a celebrare con voi e per voi questa Santa Eucaristia, proprio in uno di questi giorni della Novena del Santo Natale che, con sempre più forza e determinazione, sembra volerci invitare tutti ad avvicinarci al Presepe di Betlemme, per adorare il Re Bambino, Salvezza del mondo e Speranza delle genti.


    E quando ci si avvicina a Cristo il cuore si dilata per riempirsi di profonda gioia e respirare la stessa vita di Dio, vita che è divenuta visibile e concretamente sperimentabile nell’incarnazione del Figlio Unigenito.


    Il mistero del Natale è un evento da vivere nello stupore, quello stesso che ha avuto la Vergine Maria nel momento in cui l’angelo Gabriele ‘ come abbiamo ascoltato dalla stupenda pagina evangelica dell’Annunciazione ‘ le propone di dare il suo contributo alla storia della salvezza: la volontà, imperscrutabile e meravigliosa, di Dio è che Ella sia la Madre del Salvatore.


    Nello stupore di Maria siamo invitati a ritrovarci tutti, coinvolti nell’evento più grande ‘ seppur misterioso ‘ della storia dell’umanità: Dio vuol farsi così vicino all’uomo da farsi Egli stesso uomo in mezzo agli uomini e ai limiti degli uomini. Egli usa oggi lo stesso metodo di allora. Anche a noi chiede di portare Cristo nel mondo, chiede di essere suoi strumenti affinché sia conosciuto da tutti. Egli non vuole essere un Dio lontano, piuttosto desidera essere amico e compagno di viaggio dell’umanità in cammino. È quello che l’antica profezia di Isaia, ascoltata nell’odierna lettura dell’Antico Testamento, cerca di comunicare quando predice la nascita di Gesù chiamandolo ‘Emmanuele’, ossia ‘Dio ‘ con ‘ noi’.


    Dio è con noi, fratelli e sorelle!
Dio è sempre con noi perché ha donato agli uomini le sue vie e si è messo a percorrerle con il loro passo, spesso incerto e limitato. Non dimentichiamoci di questo grande amore, specie quando sopraggiungono nella nostra vita i momenti di sconforto e di delusione.



    2.  La Vergine Maria è invitata a collaborare ad un disegno di salvezza che Dio porta nel cuore a favore dell’umanità. San Bernardo di Chiaravalle, in una sua stupenda pagina, quasi ridipinge idealmente la scena dell’Annunciazione, raccontando come tutta la creazione e tutti gli uomini, di tutti i luoghi e di tutti i tempi, attendano con trepidazione la disponibilità di Maria ad accogliere questo progetto divino.


    Maria, nella sua libertà di donna, è chiamata a dire il suo ‘eccomi’ generoso che diventa disponibilità a fare del disegno di Dio un progetto di vita.


    Come è possibile che il disegno divino dipenda così fortemente dal ‘sì’ di una fanciulla di Nazareth? Sta qui il grande mistero del Natale, quasi il paradosso della logica di Dio che traccia percorsi di sapienza in mezzo alla stoltezza umana: Dio dimostra la sua immensa grandezza nel farsi piccolo per gli uomini, e nel chiedere sommessamente, quasi in punta di piedi, la disponibilità della Vergine Maria.



    3.  Da lei, carissimi fratelli e sorelle, possiamo oggi imparare qualcosa che diventi quotidiano programma di vita per l’impegno chiamato da voi a svolgere nella società, a favore della legalità e della pacifica convivenza.


    a) Innanzitutto la Vergine risponde con generosità alla parola di Dio annunziatale dall’Angelo Gabriele. Si tratta di uno slancio forte che ricorda come anche noi, ciascuno a vario titolo e per la responsabilità che gli è propria, siamo chiamati a porci al servizio della comunità, dell’uomo.


    La generosità è una virtù che ci sprona a rivedere ogni giorno il nostro servizio. In particolare quanti collaborate all’impegno in favore della giustizia e della pace nella comunità umana, entrate a far parte del disegno d’amore di Dio, in favore dei più deboli. Basti pensare alla generosità con la quale si compie il vostro servizio nelle numerose missioni durante le quali offrite un aiuto necessario alle popolazioni colpite da calamità naturali o tragedie umanitarie.


    Non posso non pensare alla generosità che caratterizza ‘ e deve sempre più caratterizzare ‘ il vostro quotidiano intervento nella difesa dei valori inalienabili dell’uomo quali la vita, la libertà, il diritto e la giustizia. Tutti valori in sintonia col messaggio evangelico. Tutti valori che, mentre tutelano e formano l’uomo, contribuiscono a creare e ricreare una società più cristiana.


    Il vostro ‘si’, come quello della Vergine, vi pone in prima linea, come esempio di generosità e disponibilità ad un servizio sempre più trasparente ed essenziale che contribuisca ‘ con determinazione ‘ a vincere le forze disgregatrici del male e della violenza presenti nel mondo.


    Quando i media ci presentano tragici fatti di efferata violenza, troppo spesso ‘ purtroppo ‘ intrafamiliare, penso alla difficoltà quotidiana di tutti voi che ogni giorno ‘ e generosamente ‘ lottate per la difesa dei deboli, la tutela degli onesti, la pacifica convivenza. Non vi stancate! Offrite con gioia e passione il vostro servizio in mezzo alle situazioni difficili e drammatiche che, con le loro tenebre, non potranno mai vincere la luce del bene che la nascita di Cristo ha portato nel mondo.


    b) Ma c’è un secondo aspetto su cui intendo soffermarmi. Il ‘si’ che Maria pronuncia dinanzi all’angelo, quell’ ‘eccomi’ della pronta e generosa collaborazione al progetto di Dio, non rimane limitato, circoscritto al momento dell’annunciazione.


    La disponibilità di Maria torna nuovamente a ripetersi ogni giorno, e suo ‘si’ si incarna in ogni istante della sua esistenza, un’esistenza non facile, piena delle difficoltà commesse col vivere quotidiano.


    E’ la grande sfida della fedeltà ad un impegno preso che, nella vostra vita, si traduce in un costante moltiplicarsi di sforzi perché sia rispettata, a tutti i livelli, la dignità della persona umana.


    Questo potrà avvenire anche e soprattutto nonostante le stanchezze e le delusioni che spesso imbrigliano la nostra capacità di compiere il bene. Si tratta però di una lotta necessaria perché il nostro mondo sia migliore.


    Nella sua recente lettera enciclica ‘Spe salvi’, il Santo padre Benedetto XVI scrive: «La sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione; non è mai compito semplicemente concluso. Ogni generazione, tuttavia, deve anche recare il proprio contributo per stabilire convincenti ordinamenti di libertà e di bene, che aiutino la generazione successiva come orientamento per l’uso retto della libertà umana e diano così, sempre nei limiti umani, una certa garanzia anche per il futuro. In altre parole: le buone strutture aiutano, ma da sole non bastano. L’uomo non può mai essere redento semplicemente dall’esterno» (n. 24).


    La redenzione dell’uomo ‘ come continuerà più avanti il Papa ‘ passa dall’amore, quello stesso con il quale ogni cosa deve essere compiuta, dalla più piccola alla più grande, nella fedeltà costante ai propri doveri e nella forza che ogni giorno da Dio è necessario implorare.


    Carissimi, abbiamo ascoltato nel salmo che la liturgia oggi ci ha proposto che: Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti. E’ lui che l’ha fondata sui mari, e sui fiumi l’ha stabilita. Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna.


    Ma chi può avere il desiderio di stare nel suo luogo santo? Colui che ha fatto esperienza della sua amicizia, della sua presenza nella propria vita, così come l’ha fatta Maria. Guardando ogni giorno quel bambino che cresceva davanti ai suoi occhi, non poteva non sentire quanto era stata preferita, amata, scelta. Allora tutte le circostanze difficili che ha dovuto affrontare erano avvolte nella gratitudine per quanto aveva fatto il Signore.


    Così è per noi. Solo la gratitudine per le meraviglie che il Signore compie nella nostra vita ci può far desiderare di non perdere mai la sua amicizia, la sua preferenza, di abitare o, meglio, di essere abitati dalla sua presenza.


    E chi può dire di sé di avere mani innocenti e cuore puro? Nessuno, se è leale con se stesso lo può dire. Ma lo possiamo chiedere! Ognuno di noi può domandare al Signore che gli doni mani innocenti e cuore puro, ed Egli, che tutto può, non ci farà mancare la sua misericordia. Gesù viene tra noi per indicarci la strada: un bambino, che non sa neppure chiedere ciò di cui ha bisogno, ma che con il suo pianto, chiede alla mamma che vi risponda. Noi siamo tutti come bambini, chiediamo allora al Signore con la nostra domanda, che risponda al nostro bisogno di senso della vita, di felicità, di compimento ed Egli non ci deluderà.


    Questo è il mio augurio a tutti voi. Domandate al Signore!